AMERICA/COSTA RICA - I Vescovi: “Disuguaglianza, povertà e disoccupazione, conseguenze di un modello economico che non pone l'essere umano al centro”

mercoledì, 23 settembre 2020 economia   corruzione   sviluppo   povertà   debito estero   coronavirus   disoccupazione   conferenze episcopali  

San José (Agenzia Fides) - “Il Costa Rica è vittima della mancanza di decisioni volte a una riforma strutturale dello Stato, per riattivare davvero l'economia, per contenere la spesa pubblica e per promuovere la produzione. Negli ultimi decenni, il paese ha subito accordi diversi, frutto di negoziati con il Fondo monetario internazionale e altri tipi di aggiustamenti strutturali. Come Pastori della Chiesa costaricana, chiediamo fortemente che siano protetti i settori più vulnerabili e produttivi; Chiediamo in particolare che la riscossione delle imposte sia migliorata, con meccanismi efficienti e trasparenti; si combatta l'evasione e l'elusione fiscale, evitando così la corruzione e l'irresponsabilità”. Così si esprime la Conferenza Episcopale del Costa Rica, nel suo recente messaggio del 21 settembre che commenta “la presentazione di quello che sarebbe un nuovo Adeguamento Fiscale da parte delle autorità del Potere Esecutivo del nostro Paese”.
I Vescovi certo non ignorano le gravi conseguenze della pandemia da Covid-19, ma richiamano i governanti al potere negli ultimi trent’anni, ad assumersi le loro responsabilità per la situazione del paese, già precaria prima della pandemia, e rilevano: “Disuguaglianza, povertà e disoccupazione sono solo conseguenze di un modello economico che non pone l'essere umano al centro del suo sviluppo”.
Quindi il messaggio sottolinea: “una riduzione della spesa pubblica è essenziale”; le tasse “dovrebbero essere progressive e non su proposte che includono tasse regressive, che colpiscono i più vulnerabili”; non fare tagli ai programmi sociali per i più poveri e bisognosi. Si cita a questo proposito il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (n. 355): "Una finanza pubblica equa, efficiente ed efficace produce effetti virtuosi sull'economia", richiede "rigore e integrità nell'amministrazione e nella destinazione delle risorse pubbliche".
La Conferenza episcopale evidenzia inoltre che “alla classe media del nostro Paese, negli anni, sono state lasciate pochissime opportunità di maggiore progresso, migliore accesso alle abitazioni o possibilità di crescita, proprio perché a questa classe media sono state addebitate alcune delle tasse create. Negli ultimi anni, e secondo i nuovi piani di aggiustamento, questo settore subirà nuovamente un duro colpo”. I Vescovi quindi esortano a un dialogo autentico, “che tenga conto dei diversi contributi dei gruppi sociali, per provocare un sano confronto con l'unico scopo di ricercare il bene comune, la giustizia sociale e lo sviluppo integrale delle persone”.
I Vescovi concludono ricordando le parole di Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato Si’ (n. 189): “La politica non deve sottomettersi all'economia… abbiamo urgente bisogno che la politica e l'economia, in dialogo, si mettano decisamente al servizio della vita, soprattutto umana” e lanciano un appello “a fare una pausa, a non accelerare decisioni che ipotecano il futuro del paese per alcuni decenni”. (SL) (Agenzia Fides 23/9/2020)


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