Mosca (Agenzia Fides) - “Quando predicava, Sant’Antonio voleva condividere con gli altri la sua fede in Cristo non con il ferro e il fuoco, ma con la pace e il bene. San Paolo ha detto: ‘Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene’. Questo vale in ogni ambito della vita. Vale per le lotte interiori: non lasciarti vincere dalle umiliazioni ricevute, dalle tue emozioni cattive, ma vincile con il bene. Vale in ciascuno di noi e nelle relazioni con gli altri: in tutto vinca il bene. Non permettiamo che l’odio vinca nel nostro cuore e ci faccia vivere secondo le sue logiche. Non abbiamo potere sulle nostre emozioni: di per sé non costituiscono un peccato, ma siamo responsabili delle azioni che ne conseguono, di come ci comportiamo. Possiamo essere condizionati da sentimenti e desideri negativi, ma è importante vincerli con il bene. In questo modo glorificheremo Cristo con la nostra vita, ciascuno secondo la sua vocazione”. Così ha affermato padre Petros Esajan, proto-archimandrita e Vicario dell’Arcivescovo della Chiesa cattolica armena in Russia, durante la messa in onore di Sant’Antonio da Padova, celebrata il 13 giugno presso il convento dei Frati Minori Conventuali a Mosca, con la partecipazione di un centinaio di fedeli.
Oltre al richiamo alla mitezza e alla pace, il sacerdote ha sottolineato due aspetti della figura del santo. “A Sant’Antonio – ha sottolineato – era sembrato di seguire il volere di Dio se fosse partito per la Terra Santa e fosse morto lì martire, ma quella non era la volontà di Dio: era un orgoglio incosciente. Attraverso la strada dell’umiltà, Dio lo ha preparato ad una vita ricca dei Suoi doni. Voi e io, con ogni probabilità, non siamo chiamati a fare grandi miracoli o a morire martiri, ma certamente siamo chiamati a conservare la fede in Gesù e a vivere secondo il Vangelo, testimoniando Cristo nel mondo contemporaneo”.
“Quando Papa Pio XII nel 1946 lo ha proclamato dottore della Chiesa, gli ha dato il titolo di ‘Doctor Evangelicus’ – ha ricordato – perché testimoniava in modo particolarmente chiaro con la sua vita quello che predicava. Mentre meditava il Vangelo nella sua cella lo vedevano parlare con Gesù Bambino, tenendolo tra le mani. Dialogava con il Bambino, segno che aveva intrapreso la strada dell’umiltà. E aveva conosciuto Cristo nel Vangelo. Certamente questo tipo di conoscenza di Gesù possiamo apprenderla da lui”.
Il sacerdote ha osservato che “il vero Dio possiamo conoscerlo attraverso il Vangelo e il Magistero della Chiesa. Cristo ci rivela chi è veramente Dio: non dipende dai sentimenti o dalle emozioni, ma dalla verità mostrataci da Gesù con la Sua vita e le Sue parole. Per questo, conoscere e meditare il Vangelo significa approfondire sempre di più la conoscenza di Cristo stesso, come ha fatto Sant’Antonio”.
Padre Petros ha poi ricordato che la bussola per scoprire la propria vocazione è data dalla Chiesa stessa, che ha accompagna il cammino dei battezzati: “Dio chiama per le Sue vie. Possiamo avere diversi desideri, ma è importante capire cosa Dio vuole. Dio lo mostra attraverso l’insegnamento della Chiesa e, a volte, anche attraverso il padre spirituale. È molto importante capire cosa viene da noi stessi e cosa viene da Dio: bisogna sempre confrontare la nostra esperienza di fede con l’esperienza della Chiesa. L’esperienza della Chiesa è più grande della nostra esperienza personale. Siamo sempre figli della Chiesa e tutto di noi deve svolgersi nel suo alveo, niente al di fuori”.
Al termine della celebrazione, conclusasi con la tradizionale benedizione dei bambini e del pane, la festa è proseguita nel Centro culturale dei francescani, adiacente al convento, con un rinfresco allietato da canti della tradizione francescana e di quella popolare russa. I Frati Minori Conventuali in Russia e in Kazakhstan dal 2001 costituiscono la Custodia Generale Russa di San Francesco d’Assisi ("Rossijskaja General’naja Kustodija sv. Franciska Assijzskogo").
(CD) (Agenzia Fides 15/6/2022)