AFRICA/SUDAN - Situazione umanitaria fuori controllo a El Fasher assediata da più di cinque mesi

giovedì, 26 settembre 2024 guerra civile   sfollati   rifugiati  

Khartoum (Agenzia Fides) – Cinque mesi di assedio e di combattimenti hanno portato allo stremo la popolazione di El Fasher, la capitale del Nord Darfur, considerata l’ultimo ridotto delle forze armate sudanesi nella regione (vedi Fides 5/5/2024), controllata quasi interamente dalle rivali Forze di Supporto Rapido (RSF) del generale Mohamed Hamdan “Hemedti” Dagalo.
Sono oltre un milione e mezzo le persone a rischio nella città assediata da aprile-maggio e nel vicino campo per rifugiati di Zamzam, a 15 km a sud di El Fasher, dove vivono circa 260 mila bambini, e nel quale i tassi di malnutrizione sono fuori controllo.
Nella città si sono asserragliati i militari di una divisione delle forze armate sudanesi (SAF) e miliziani di diversi gruppi armati locali che si oppongono alle RSF. Una coalizione di forze eterogenee unite solo dalla comune opposizione alle RSF ma che finora sono riuscite a tenere testa agli uomini di Dagalo.
La scorsa settimana la città è stata investita da una violenta offensiva delle RSF respinta a fatica dai difensori con gravi perdite da entrambe le parti come testimoniato da foto satellitari che riprendono tumuli di terra scavati di recente, probabile indizio della realizzazione di fosse comuni.
Di fronte al deterioramento delle condizioni umanitarie a El Fasher l’African Commission on Human and Peoples' Rights (organismo stabilito nel 1987 dall’allora Organizzazione dell’Unione Africana, ora divenuta Unione Africana) ha lanciato un appello per fermare i combattimenti. “La Commissione africana condanna senza mezzi termini le atrocità perpetrate contro i civili nel contesto dei combattimenti in corso a El Fasher, mettendo gravemente in pericolo le centinaia di migliaia di rifugiati che hanno trovato riparo nella città” si legge in un comunicato del 21 settembre. “La Commissione africana esorta le parti in conflitto a cessare tutti gli atti di violenza contro i civili e a rispettare pienamente i principi di distinzione tra civile e militare, necessità e proporzionalità del diritto internazionale umanitario”.
Il Forum delle Organizzazioni Non Governative in Sudan dal canto suo ha lanciato un appello in occasione dell’Assemblea Generale dell’ONU perché la comunità internazionale intervenga per porre fine al conflitto sudanese scoppiato nell’aprile 2023. “Il Sudan sta vivendo una crisi alimentare provocata dall'uomo di proporzioni storiche, in gran parte causata dalle azioni e dalle decisioni delle parti in conflitto, in violazione del diritto internazionale umanitario” affermano le ONG. “Ad agosto 2024, oltre 25 milioni di persone in tutto il Sudan stanno affrontando una grave insicurezza alimentare acuta e almeno 755.000 persone che affrontano livelli catastrofici di fame potrebbero morire nei prossimi mesi senza un'azione urgente e decisiva da parte della comunità internazionale” affermano. Oltre 10 milioni di persone sono fuggite dalle loro case da quando è scoppiato il conflitto nell'aprile 2023, rendendo quella in atto in Sudan la più grande crisi di sfollamento interno al mondo. Una crisi che ha colpito oltre 5 milioni di bambini, con oltre 2 milioni di persone, che hanno attraversato i confini con i Paesi vicini. Alcune strutture sanitarie segnalano cinque decessi di bambini al giorno. (L.M.) (Agenzia Fides 26/9/2024)


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