Fides News - Italianhttps://fides.org./Le notizie dell'Agenzia FidesitI contenuti del sito sono pubblicati con Licenza Creative Commons.AMERICA/VENEZUELA - “Paese, persona, verità, giustizia, stato di diritto, libertà e pace”: l’impegno dei vescovi per il Giubileohttps://fides.org./it/news/75925-AMERICA_VENEZUELA_Paese_persona_verita_giustizia_stato_di_diritto_liberta_e_pace_l_impegno_dei_vescovi_per_il_Giubileohttps://fides.org./it/news/75925-AMERICA_VENEZUELA_Paese_persona_verita_giustizia_stato_di_diritto_liberta_e_pace_l_impegno_dei_vescovi_per_il_GiubileoCaracas - Il Venezuela continua a vivere una delle peggiori crisi economiche e sociale della storia. Attualmente l’82% dei venezuelani vive in povertà e il 53% si trova in condizioni di povertà estrema. Secondo l’Altro commissario delle Nazioni unite per i rifugiati, a causa della povertà, delle disuguaglianze e della repressione politica 7,7 milioni di venezuelani hanno lasciato il Paese, su una popolazione complessiva di 28 milioni di persone, nella seconda metà dello scorso decennio.<br /><br />In questo drammatico contesto, a una settimana dall’insediamento del Presidente Nicolas Maduro, non è mancato l’appello dei vescovi della Conferenza episcopale venezuelana che hanno invitato tutti a “mettere il bene comune davanti agli interessi particolari o di partito, a superare la tentazione di rimanere indifferenti di fronte agli eventi nazionali e all’utilizzo della persecuzione per ragioni politiche”, affinché “ciascuno di noi contribuisca, secondo le proprie capacità e responsabilità, a dare risposte alla difficile situazione che stiamo vivendo oggi”.<br /><br />All’inizio di questo Anno Santo i presuli hanno ribadito il loro impegno “ad accompagnare il popolo venezuelano nelle sue gioie e nelle sue sofferenze, e a contribuire, mediante l’azione evangelizzatrice quotidiana, a far sì che nel Paese regni il rispetto per la dignità delle persone. Paese, persona, verità, giustizia, stato di diritto, libertà e pace”.<br /><br />Tredici Paesi dell'Organizzazione degli Stati americani hanno respinto l'insediamento di Maduro come presidente del Venezuela per mancanza di legittimità democratica. Il presidente venezuelano, al potere dal 2013 e in carica per altri sei anni, si è insediato lo scorso 10 gennaio 2025. <br /><br /> <br />Fri, 17 Jan 2025 11:44:45 +0100ASIA/INDONESIA - Militarizzazione della Papua: la vita sconvolta delle popolazioni indigenehttps://fides.org./it/news/75924-ASIA_INDONESIA_Militarizzazione_della_Papua_la_vita_sconvolta_delle_popolazioni_indigenehttps://fides.org./it/news/75924-ASIA_INDONESIA_Militarizzazione_della_Papua_la_vita_sconvolta_delle_popolazioni_indigeneJayapura - Vedere zone di foresta, tranquilli villaggi di popolazioni indigene improvvisamente occupati dal dispiegamento massiccio di unità militari nella regione indonesiana della Papua sta diventando una costante che sconvolge la vita di una intera regione, con il suo patrimonio umano e naturalistico. E' quanto è accaduto agli abitanti di cinque villaggi nel distretto di Oksop che, alla fine di novembre, a causa dello stanziamento di unità militari, sono fuggiti in altre zone, come il vicino distretto di Oksibil. "La presenza dei militari nel distretto di Oksop ha creato paura e insicurezza nella comunità. Diverse azioni intraprese dai militari, come l'installazione di postazioni all'interno delle chiese e l'uso di strutture pubbliche senza permesso, hanno ulteriormente aggravato la situazione", racconta all'Agenzia Fides p. Alexandro Rangga OFM, frate minore e Direttore della Commissione "Giustizia, pace e integrità del Creato" della Papua. Secondo la Commissione dei frati minori, vi sono 300 persone sfollate in altri villaggi, mentre molte altre hanno scelto di nascondersi nella foresta. "Il problema di fondo nella Papua è la modalità del governo centrale indonesiano che porta avanti progetti nazionali con un approccio militare. Inoltre la presenza massiccia di militari comporta anche attività promosse dagli stessi apparati militari, con conflitti di interesse e operazioni al limite della legalità", rileva il francescano.<br />Come conferma una nota ufficiale della diocesi di Jayapura, diramata il 17 gennaio, "la situazione della sicurezza nel distretto di Oksop non è ancora favorevole". Infatti "le comunità di rifugiati sono restie a tornare nei loro villaggi di origine perché hanno paura". La presenza di un numero crescente di truppe - ne sono state inviate a tre tra il 13 e il 15 gennaio 2025 - ha in realtà aumentato la paura e la tensione. "Gli sfollati hanno vissuto esperienze traumatiche quando hanno dovuto lasciare le loro case", riferisce il francescano.<br />In risposta a questa situazione di emergenza, la Chiesa di Jayapura e la Commissione "Giustizia, pace e integrità del Creato" invitano il governo a "ritirare le forze militari dal distretto di Oksop e aprire uno spazio di dialogo per trovare una soluzione pacifica" e, nel frattempo, a "fornire adeguata assistenza umanitaria ai rifugiati". La via del dialogo, commenta il francescano, "è l'unico modo per porre fine alla violenza e costruire una pace sostenibile in Papua".<br />Valutando la situazione generale, p. Rannga nota che "negli ultimi anni la situazione è peggiorata. Sebbene sul piano verbale il governo indonesiano sia passato da un approccio basato sulla 'sicurezza' a un uno che parla di 'benessere', di fatto si utilizzano sempre i soldati per realizzare programmi di qualsiasi natura sul campo. Questo è preoccupante perché la gente ha già una lunga e traumatica esperienza con i militari. Nel complesso, abbiamo in Papua tra i 60.000 e i 100.000 sfollati interni, soprattutto da Maybrat, Kiwirok e Intan Jaya".<br />Inoltre, "dal 2020, il governo indonesiano sta creando tenute alimentari in Papua occidentale , senza cercare il consenso della popolazioni indigene, che si sentono defraudate della loro terra: si ricorre alle autorità locali o all’esercito per impadronirsi della terra con la forza e questa modalità crea frizioni e malcontento", prosegue.<br />"Come Commissione Giustizia, pace e integrità del Creato - riferisce - abbiamo segnalato al Comitato Onu per i diritti economici, sociali e culturali questi temi: la proprietà ancestrale della terra; le disparità tra indigeni papuani e migranti; l’accesso alle strutture sanitarie e all’istruzione".<br />Le tensioni nell'area risalgono al controverso referendum del 1969 che ha incorporato la Papua nella Repubblica di Indonesia, inaugurando un lungo periodo di progressivo impoverimento ed emarginazione dei nativi papuani. L'insorgere di gruppi armati separatisti ha innescato un conflitto a bassa intensità che ha causato la fuga di migliaia di persone dalle loro case, complicando ulteriormente la vita in una regione già segnata da problemi di sottosviluppo. Inoltre i progetti di sfruttamento delle vaste ricchezze naturali della Papua non hanno alcuna ricaduta a beneficio delle popolazioni indigene, che invece ne sopportano l'impatto negativo come la distruzione delle terre, la contaminazione delle fonti d’acqua e i conseguenti problemi di salute. <br />Intanto il programma di migrazione interna promosso da Giacarta ha modificato la composizione demografica della Papua, indebolendo lo status socio-economico degli indigeni papuani e limitando le loro opportunità di lavoro. I nativi lamentano di "essere diventati stranieri nella loro stessa terra".<br /> Fri, 17 Jan 2025 11:36:20 +0100ASIA/TERRA SANTA - Il parroco Romanelli: la tregua a Gaza è una boccata d’aria. Ma il dopoguerra sarà terribilehttps://fides.org./it/news/75923-ASIA_TERRA_SANTA_Il_parroco_Romanelli_la_tregua_a_Gaza_e_una_boccata_d_aria_Ma_il_dopoguerra_sara_terribilehttps://fides.org./it/news/75923-ASIA_TERRA_SANTA_Il_parroco_Romanelli_la_tregua_a_Gaza_e_una_boccata_d_aria_Ma_il_dopoguerra_sara_terribileGaza – “La notizia del cessate il fuoco ha provocato gioia. Adesso tutti stiamo aspettando domenica, quando potrebbe iniziare la tregua. Anche se qui a Gaza ci rendiamo conto che sarà un percorso difficile”. Padre Gabriel Romanelli, parroco della parrocchia cattolica latina dedicata alla Sacra Famiglia, descrive la commossa gratitudine con cui è stato vissuto tra i suoi e in tutta la martoriata Striscia di Gaza l’annuncio dell’accordo tra Israele e Hamas, accolto come “una boccata d’aria e di speranza”. Nel contempo, il missionario argentino appartenente all’Istituto del Verbo Incarnato, conferma all’Agenzia Fides che “anche tra ieri e oggi ci sono stati ancora decine di morti e centinaia di feriti. C’è ancora morte, distruzione e angoscia”, che continuano a irrompere nella vita di ogni giorno e a devastarla.<br /><br />Da mercoledì scorso, dopo l’annuncio dell’accordo, i raid israeliani nella Striscia di Gaza hanno provocato più di cento morti.<br />L’Accordo annunciato da Qatar e Stati Uniti prevede una prima fase di 6 settimane durante le quali saranno liberati 33 ostaggi israeliani detenuti a Gaza, in cambio di centinaia di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Durante questa prima fase dovrebbe essere stabilita una rotta per raggiungere la pace definitiva. <br /><br />La firma definitiva dell’Accordo da parte di Israele è ancora sospesa alle decisioni che usciranno dai summit del gabinetto di sicurezza e del governo iniziate oggi. Almeno due ministri, Smotrich e Ben Gvir, hanno minacciato di lasciare la maggioranza che sostiene il governo se governativa se verrà accettato il “cessate il fuoco” a Gaza. Secondo alcuni media israeliani, il governo dello Stato ebraico chiarirà la sua posizione definitiva soltanto sabato sera.<br />In questo scenario sospeso, la parrocchia latina rimane un’oasi e un rifugio di vita irrigata dalla fede, in mezzo al perdurare della sciagura collettiva del popolo di Gaza: “Ogni giorno” racconta padre Romanelli “Passiamo tre o quattro ore in chiesa a pregare: lodi, rosari, vespri, la messa. C’è il gruppo della Bibbia che sta leggendo la Lettera di San Giacomo Apostolo, continuano gli incontri con i giovani e con gli adulti. E con l’aiuto di tutta la Chiesa, specialmente del patriarcato latino di Gerusalemme e dell’Ordine di Malta, stiamo dando conforto a migliaia di civili. Famiglie che non hanno da mangiare”. Se la tregua inizierà, aggiunge padre Gabriel, “si potrà cominciare a pensare al dopo guerra. Che sarà terribile. Con l’aiuto di Dio, cercheremo di continuare a fare tutto il bene che di può”. <br />Fri, 17 Jan 2025 11:36:17 +0100AFRICA/SUD SUDAN - Tensioni tra Juba e Khartoum per i massacri contro civili sud sudanesi a Wad Madanihttps://fides.org./it/news/75922-AFRICA_SUD_SUDAN_Tensioni_tra_Juba_e_Khartoum_per_i_massacri_contro_civili_sud_sudanesi_a_Wad_Madanihttps://fides.org./it/news/75922-AFRICA_SUD_SUDAN_Tensioni_tra_Juba_e_Khartoum_per_i_massacri_contro_civili_sud_sudanesi_a_Wad_MadaniJuba – Disordini ieri, 16 gennaio, a Juba, capitale del Sud Sudan, dove dimostranti sono scesi in strada per protestare per l’uccisione di sud sudanesi nel vicino Sudan.<br />Alcuni vandali hanno approfittato del caos per saccheggiare negozi appartenenti a cittadini sudanesi e per assalire l’ambasciata sudanese, coinvolgendo un diplomatico. La polizia ha sparato dei colpi in aria per disperdere la folla.<br />A fare scatenare gli animi è la notizia dell’uccisione di civili, tra cui cittadini sud sudanesi, in seguito alla cattura di Wad Madani da parte delle Forze armate sudanesi . Wad Madani, è la capitale dello Stato di Jazira che è stata riconquistata dalle SAF l’11 gennaio, sottraendola ai paramilitari delle Forze di Supporto Rapido che l’avevano conquistata nel dicembre 2023. La rabbia dei sud sudanesi è stata alimentata dai video che circolano in rete che mostrano le atrocità commesse contro i sud sudanesi e i sudanesi del Sudan occidentale da parte dei militari delle SAF.<br />Il Ministero degli affari esteri del Sudan del Sud aveva convocato l'ambasciatore del Sudan per protestare contro la "perdita di vite di cittadini innocenti". <br />Il governo di Khartoum ha affermato di aver istituito una commissione d’inchiesta sui massacri commessi a Wad Madani. Secondo l’ambasciatore sudanese a Juba, le violazioni dei diritti umani sono state commesse non dai militari regolari ma da una milizia affiliata all’esercito. Un portavoce delle SAF ammette che vi siano state “violazioni di singoli individui”. <br />All’epoca della conquista da parte delle RSF, nel dicembre 2023, Wad Madani, situata a sud della capitale Khartoum, era considerata un'area relativamente sicura e per questo vi avevano trovato rifugio migliaia di persone in fuga dai combattimenti nelle altre aree del Sudan, che erano quindi rimasti intrappolati per più di un anno nella città. La sua riconquista da parte delle SAF ha segnato un passo importante nel conflitto sudanese, contrassegnato da persistenti violazioni dei diritti umani da parte di tutte le fazioni in campo. Il governo americano ha imposto sanzioni tanto al capo delle RSF, Mohammad Hamdan Dagalo Mousa, tanto al comandante delle SAF, il generale Abdel Fattah Al-Burhan, per i crimini commessi contro i civili. Sanzionato pure Ahmad Abdalla, cittadino sudanese-ucraino e funzionario del Defense Industries System ), e di Portex Trade Limited, una società con sede a Hong Kong controllata da Abdalla, per aver violato l’embargo sulle armi imposto dall’ONU alle fazioni sudanesi. <br />Fri, 17 Jan 2025 11:08:55 +0100AMERICA/ARGENTINA - “Dio sistema tutto: l’esperienza di essere missionari” nella Missione Diocesana di San Roquehttps://fides.org./it/news/75921-AMERICA_ARGENTINA_Dio_sistema_tutto_l_esperienza_di_essere_missionari_nella_Missione_Diocesana_di_San_Roquehttps://fides.org./it/news/75921-AMERICA_ARGENTINA_Dio_sistema_tutto_l_esperienza_di_essere_missionari_nella_Missione_Diocesana_di_San_RoqueSan Roque – Sono oltre 70 i missionari, tra cui intere famiglie, che stanno prendendo parte nella diocesi di San Roque di Presidencia Roque Sáenz Peña alla Missione Diocesana 2025, che si sta svolgendo nell’area chiamata El Impenetrable, Chaco. El Impenetrable deve il suo nome alla natura aspra che caratterizza la montagna rendendola difficile da raggiungere e soprattutto alla mancanza d'acqua.<br /><br />Quest’anno sono 5 i centri missionari che stanno attraversando i volontari. “È sempre difficile organizzare ogni cosa per poter raggiungere queste località e poi dover dire arrivederci agli abitanti. Tuttavia, quando arriviamo ci rendiamo conto che Dio sistema tutto”, hanno detto i missionari in una nota locale. “Ci rattrista dover salutare le nostre famiglie che abbiamo incontrato e con le quali abbiamo condiviso molti momenti in questi giorni. Ci piacerebbe restare più a lungo ma sappiamo che tutto ha una fine. È l'esperienza di essere missionari”.<br /><br />La missione diocesana nel Impenetrable è stata lanciata più di 30 anni fa con l'obiettivo di raggiungere le famiglie che, per distanza geografica, appartengono alle zone più remote della diocesi di San Roque. Purtroppo in alcune località di questa vasta area a nord della diocesi, i sacerdoti possono celebrare i sacramenti solo due o tre volte l'anno e i catechisti sono troppo pochi per servire così tante comunità.<br /><br /> <br />Fri, 17 Jan 2025 11:00:47 +0100AFRICA/KENYA - Nomina del Vescovo Coadiutore di Meruhttps://fides.org./it/news/75920-AFRICA_KENYA_Nomina_del_Vescovo_Coadiutore_di_Meruhttps://fides.org./it/news/75920-AFRICA_KENYA_Nomina_del_Vescovo_Coadiutore_di_MeruCittà del Vaticano - Il Santo Padre ha nominato Vescovo Coadiutore di Meru il Rev.do P. Jackson Murugara, I.M.C., finora Parroco e Rettore del Consolata Shrine, nell’Arcidiocesi di Nairobi.<br />S.E. Mons. Jackson Murugara, I.M.C., è nato il 7 aprile 1970 a Kamanyaki, Contea di Tharaka-Nithi, nella Diocesi di Meru. Dopo essere entrato nell’Istituto dei Missionari della Consolata, ha completato gli studi di Filosofia presso il Consolata Institute of Philosophy di Nairobi e di Teologia presso il Missionary Institute di Londra.<br />Ha emesso la Professione Perpetua il 18 novembre 2000 ed è stato ordinato sacerdote il 15 agosto 2001, nella Diocesi di Meru.<br />Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Collaboratore parrocchiale di Kagaene e Mujwa, nella Diocesi di Meru ; Vicario parrocchiale della Chiga, nell’Arcidiocesi di Kisumu ; Formatore dei postulanti presso il Consolata Seminary di Nairobi ; Licenza in Teologia Spirituale presso il Pontificio Istituto di Spiritualità «Teresianum» di Roma ; Direttore dei Centri pastorali Bethany House e Charity Home, nella Diocesi di Muranga . Dal 2018 è Parroco e Rettore del Consolata Shrine, nell’Arcidiocesi di Nairobi.<br /> Thu, 16 Jan 2025 12:11:24 +0100AFRICA/CONGO RD - Almeno 600 miliziani depongono le armi nell’Iturihttps://fides.org./it/news/75919-AFRICA_CONGO_RD_Almeno_600_miliziani_depongono_le_armi_nell_Iturihttps://fides.org./it/news/75919-AFRICA_CONGO_RD_Almeno_600_miliziani_depongono_le_armi_nell_IturiKinshasa - Almeno 600 miliziani hanno deposto le armi per unirsi al Programma di disarmo, smobilitazione, reintegrazione della comunità e stabilizzazione del governo congolese. La resa è avvenuta ieri, 15 gennaio a Mabanga, nel territorio di Djugu, nella provincia dell’Ituri, nell’est della Repubblica Democratica del Congo.<br />I combattenti appartengono al gruppo di autodifesa Zaire , che afferma di rappresentare la comunità Hema, da anni in lotta con quella Lundu, a sua volta difesa dalla CODECO .<br />Oltre 200 kit civili sono stati donati dalla sezione DDR-S della MONUSCO nell'ambito del suo sostegno al Programma P-DDRCS.<br />L’autoconsegna di questo gruppo di miliziani appartenenti allo Zaire avviene sul solco del processo avviato dall’incontro tenutosi ad Aru dall'8 maggio al 2 giugno 2023 che ha portato alla firma di un primo memorandum d'intesa da parte di solo quattro gruppi armati, ma che si sta gradualmente allargando ad altri. <br />Il territorio di Djugu è al centro delle dispute tra gruppi armati locali e regionali per il controllo delle sue risorse, tra cui le miniere di oro. Le violenze attuali che sconvolgono l’area sono scoppiate nel dicembre 2017 dopo anni di coesistenza relativamente pacifica tra le diverse etnie. <br /><br /><br />Thu, 16 Jan 2025 11:33:58 +0100ASIA/INDIA - Devozione e pellegrinaggi: l'Anno santo per i coltivatori di tè sulle colline del Bengala occidentalehttps://fides.org./it/news/75918-ASIA_INDIA_Devozione_e_pellegrinaggi_l_Anno_santo_per_i_coltivatori_di_te_sulle_colline_del_Bengala_occidentalehttps://fides.org./it/news/75918-ASIA_INDIA_Devozione_e_pellegrinaggi_l_Anno_santo_per_i_coltivatori_di_te_sulle_colline_del_Bengala_occidentaleDarjeeling - Sono i coltivatori nelle piantagioni che producono un tè nero tra i più apprezzati nel mondo: nel distretto collinare di Darjeeling, un lembo di territorio, parte dello stato indiano del Bengala occidentale, che si incunea tra Nepal, Bhutan e Bangladesh, i circa 40mila cattolici sono soprattutto adivasi impegnati come raccoglitori e trasformatori delle foglie nelle 87 zone di produzione della prelibata bevanda, disseminate su un’area di 19mila ettari. "Nelle 60 parrocchie della diocesi di Darjeeling, e anche nelle scuole cattoliche, abbiamo iniziato a recitare la preghiera per il Giubileo già sei mesi fa, per una preparazione spirituale all'Anno santo. Ora è palpabile la gioia di questa gente, molto semplice e umile, nel vivere il Giubileo con profonda devozione e con un pellegrinaggio alla cattedrale della diocesi, la chiesa giubilare", racconta all'Agenzia Fides padre C.M. Paul, Salesiano di don Bosco, docente al Collegio Salesiano di Siliguri, fondatore e direttore di una Radio Salesiana, emittente comunitaria che si rivolge al pubblico locale, con lo scopo di entrare in contatto con la gente dei villaggi rurali. "I gruppi di fedeli si stanno organizzando, compiendo viaggi anche di 60 km, per recarsi in chiesa e ricevere la confessione, partecipare all'Eucaristia, pregare per il Papa, ricevere l'indulgenza plenaria", dice.<br />Nella diocesi, un pittoresco distretto della parte settentrionale del Bengala, sono storicamente presenti ordini religiosi come Gesuiti e Salesiani, impegnati soprattutto nell'opera di istruzione e nella pastorale giovanile. I fedeli locali ancor ricordano l'arrivo in loco di Madre Teresa di Calcutta. La sua opera a servizio dei diseredati e degli anziani abbandonati ancora oggi è portata avanti dalle suore Missionarie della Carità: un missione di compassione verso tutti, a servizio dell'umanità ferita e reietta. Il loro esempio è una testimonianza di fede che attrae persone verso il Vangelo di Cristo. La comunità cattolica a Darjeeling gestisce college, scuole primarie e secondarie, istituti di formazione professionale, diversi centri di assistenza sociale, orfanotrofi e asili nido, case per anziani e indigenti. I servizi resi all'umanità hanno reso la comunità cattolica apprezzata da tutti, in un territorio dove vivono oltre 1,5 milioni di abitanti di diverse etnie: hindi, nepali, bengali, bhutanesi, sikkim, tibetani, di diversa affiliazione religiosa.<br />"Nelle famiglie qui troviamo spesso la coesistenza di persone di diverse religioni, cattolici, indù e altri. Si respira un clima di tolleranza e di benevolenza reciproca. I nostri fedeli vivono il Giubileo come preziosa opportunità di rinnovamento spirituale, di conversione, di devozione: la fede dei semplici ci evangelizza", riferisce il Salesiano.<br /> Thu, 16 Jan 2025 11:33:41 +0100ASIA/CINA - Giubileo e 420 anni di cammino nella storia: la chiesa fondata da Matteo Ricci celebra il suo “anno di grazia”https://fides.org./it/news/75917-ASIA_CINA_Giubileo_e_420_anni_di_cammino_nella_storia_la_chiesa_fondata_da_Matteo_Ricci_celebra_il_suo_anno_di_graziahttps://fides.org./it/news/75917-ASIA_CINA_Giubileo_e_420_anni_di_cammino_nella_storia_la_chiesa_fondata_da_Matteo_Ricci_celebra_il_suo_anno_di_graziaPechino – Sostenuti dalla luce della fede accesa 420 fa dal missionario gesuita Matteo Ricci, i parrocchiani della chiesa pechinese dedicata all’Immacolata Concezione hanno dato inizio a un tempo che per la loro parrocchia rappresenta un vero e proprio “anno di grazia”. Un tempo speciale in cui la partecipazione le pratiche e le celebrazioni legate al Giubileo della speranza 2025 si intrecciano con quelle previste in occasione dei 420 anni dalla fondazione della chiesa, legata alla figura di padre Matteo Ricci. <br /><br />Il cammino speciale della comunità della chiesa dell’Immacolata è iniziato martedì 14 gennaio con una solenne celebrazione eucaristica. In quel giorno, la diocssi di Pechino celebra la “Giornata dei Santi” ricordando in particolare le figure del Beato Odorico da Pordenone , del Beato Giacomo Zhou Wenmo e del Venerabile Matteo Ricci, secondo le indicazioni pastorali diffuse dalla diocesi in un vademecum intitolato “Pellegrini di speranza e costruttori di pace”. <br /><br />Durante l’omelia, il sacerdote Pietro Zhao Jianmin si è soffermato sulle tre figure che hanno segnato la vita della diocesi. “Padre Ricci” ha ricordato il sacerdote “ha viaggiato in lungo e in largo per portare la fiamma della fede in questa terra. La sua saggezza, il suo coraggio e la sua dedizione hanno toccato profondamente noi tutti…. I Beati Odorico da Pordenone e Giacomo Zhou Wenmo, con la loro testimonianza, hanno anche loro confortato e riacceso la nostra fede e il nosto desiderio di annunciare il Vanelo”.<br /><br />Il parroco, don Zhang Hongbo, ha annunciato ufficialmente l’apertura della celebrazione dei 420° anniversario della fondazione della chiesa, che sarà scandito da una serie di iniziative e occasioni comunitarie. Tutti i presenti alla liturgia eucaristica hanno ricevuto in dono un volume sulla vita di Matteo Ricci e un manuale per vivere in maniera proficua il tempo del Giubileo della speranza.<br /><br />L’iniziativa di indire un anno dedicato a celebrare la fondazione della chiesa mira a fare conoscere la storia della parrocchia, in modo che tutti possano attingere spunti di conforto e di crescita spirituale dal ripercorrere le vicende, le vicissitudini e le fioriture di doni di grazia e opere buone che hanno segnato il cammino di quella comunità ecclesiale lungo i suoi 420 anni di storia.<br /><br />L’apertura del Giubileo della Speranza della diocesi di Pechino era avvenuta sabato 28 dicembre. Tutti i sacerdoti, le suore e una moltitudine di laici della diocesi di Pechino si erano riuniti davanti al sagrato della cattedrale, dedicata a San Salvatore, dove il Vescovo ordinario Giuseppe Li Shan e il Vescovo coadiutore Matteo Zhen Xuebin hanno presieduto la solenne celebrazione per l’inizio dell'Anno giubilare nella Capitale della Repubblica popolare Cinese. Tutti hanno ascoltato in silenzio la lettura pubblica di ampi brani di “Spes non confundit”, la Bolla pontificia di indizione del Giubileo. Poi tutti, in processione, hanno attraversato la Porta Santa cantando la “Preghiera dei Santi”.<br /><br />Inoltre, in conformità con le indicazioni della Bolla pontificia “Spes non confundit” e anche con quelle della “Lettera di Papa Francesco per il ricordo nelle Chiese particolari dei propri santi, beati, venerabili e servi di Dio”, firmata dal Vescovo di Roma lo scorso 9 novembre , la Chiesa di Pechino ha diffuso disposizioni e suggerimenti “Pellegrini della speranza e costruttori di pace” per vivere in maniera intensa l’Anno giubilare a livello diocesano, parrocchiale e familiare, e ha anche preso un’iniziativa di alto rilievo ecclesiale. <br />Thu, 16 Jan 2025 11:27:17 +0100VATICANO -“Uscire da sé stessi” seguendo e testimoniando Cristo: incontro sul Beato Paolo Manna al Pontificio Collegio Urbanohttps://fides.org./it/news/75913-VATICANO_Uscire_da_se_stessi_seguendo_e_testimoniando_Cristo_incontro_sul_Beato_Paolo_Manna_al_Pontificio_Collegio_Urbanohttps://fides.org./it/news/75913-VATICANO_Uscire_da_se_stessi_seguendo_e_testimoniando_Cristo_incontro_sul_Beato_Paolo_Manna_al_Pontificio_Collegio_UrbanoCittà del Vaticano - Missionario in Birmania , Superiore Generale del Pontificio Istituto Missioni Estere e fondatore dell’attuale Pontificia Unione Missionaria. Sono questi i dati biografici principali del Beato Paolo Manna di cui oggi, giovedì 16 gennaio, ricorre la memoria liturgica, nel 152° anniversario della sua nascita . <br />Nato ad Avellino, padre Manna, dopo aver compiuto i suoi studi ed essere stato ordinato sacerdote a Milano nel 1894, all'età di 22 anni si reca in Birmania , dove getta “i semi” del Vangelo tra la tribù Ghekkú. In 12 anni di attività missionaria ritorna in Italia tre volte per gravi motivi di salute ; vi soggiorna l'ultima volta nel 1907, con grande rammarico, per poi rimpatriare definitivamente. Proprio lui che aveva sognato la missione tra i non cristiani deve abbracciare con docilità la sua condizione e il suo limite, affidando tutta la sua vita all’opera di salvezza e guarigione con cui Cristo stesso agisce misteriosamente nelle vite dei singoli e dei popoli. <br />Di questo aspetto della sua esistenza e della sua esperienza si parlerà domenica 19 gennaio, in una serata di preghiera e riflessione missionaria, organizzata dalla Pontificia Unione Missionaria , una delle quattro Pontificie Opere Missionarie, in collaborazione con il Centro Internazionale di Animazione Missionaria ed il Pontificio Collegio Urbana. La serata prevede la recita dei Vespri solenni domenicali alle ore 18:30 e, a seguire, alle ore 19:00 una tavola rotonda dal titolo “Padre Manna ed il suo uscire da sé per essere missionario di Cristo Speranza”. <br />“Nella vita e nel pensiero del Beato Paolo Manna l’uscire da sé stessi risulta evidente nella docilità di accogliere l’ispirazione del Signore, sia nella vocazione missionaria quando andò e lavorò in Birmania, giovane sacerdote, sia nell’accogliere la nuova ispirazione del Signore di continuare l’impegno missionario in Patria quando la salute non gli permise più di seguire la vocazione iniziale” commenta padre Dinh Anh Nhue Nguyen OFMConv, segretario generale della PUM. Padre Anh Nhue sottolinea “la mansuetudine di ascoltare, accogliere e mettere in pratica la volontà del Signore da parte del Beato Manna in ogni momento della sua vita ed in ogni condizione si trovi. Così, come ha rilevato San Giovanni Paolo II, ‘Paolo Manna costituisce un fulgido esempio di audacia apostolica. Spinto dal fuoco dell’amore per Cristo, egli fondò una nuova Opera [cioè Unione missionaria], indicando inedite possibilità e nuove ardite frontiere per la missione’ ”.<br />Relatori della tavola rotonda saranno don Armando Nugnes, Rettore del Pontificio Collegio Urbano, don Alessandro Brandi, Officiale della Pontificia Opera San Pietro Apostolo e Direttore del CIAM, e lo stesso padre Anh Nhue, che spiega: “La tavola rotonda vuole essere in primo luogo una conversazione tra tutti coloro che saranno presenti all’iniziativa, soprattutto perché il tema scelto è un’ occasione per tutti, in speciale modo per i seminaristi del Pontificio Collegio Urbano, di approfondire il tema del loro anno formativo in corso ‘Chiamati alla speranza. Uscire da sé per essere missionari credibili’, alla luce dell’esperienza di vita e del pensiero del Beato Manna”. <br />La serata di riflessione e preghiera missionaria intende infine valorizzare le iniziative concrete di formazione permanente missionaria, organizzate dalla PUM e CIAM, per i sacerdoti, religiosi/religiose e i fedeli di tutto il mondo, come pure per i pellegrini che in questo tempo giubilare sosteranno al Centro intitolato al Beato Paolo Manna da papa Paolo VI.<br /> <br /><br /><br /><br /><br /><br/><strong>Link correlati</strong> :<a href="https://www.fides.org/it/attachments/view/file/ITA_-Paolo_Manna-_SERATA_PREGHIERA_19_01_2025.pdf">LOCANDINA</a>Thu, 16 Jan 2025 09:07:15 +0100AFRICA/ETIOPIA - “La carne di Cristo riconosciuta nei fratelli e nelle sorelle più vulnerabili”: il tempo di Natale nella comunità cattolica di Robehttps://fides.org./it/news/75912-AFRICA_ETIOPIA_La_carne_di_Cristo_riconosciuta_nei_fratelli_e_nelle_sorelle_piu_vulnerabili_il_tempo_di_Natale_nella_comunita_cattolica_di_Robehttps://fides.org./it/news/75912-AFRICA_ETIOPIA_La_carne_di_Cristo_riconosciuta_nei_fratelli_e_nelle_sorelle_piu_vulnerabili_il_tempo_di_Natale_nella_comunita_cattolica_di_RobeRobe – “Il periodo natalizio qui in Etiopia si chiude con la festività del Temket, del battesimo del Signore, che nella teologia e nella pratica ecclesiale della Chiesa ortodossa ha una considerazione molto più grande della stessa festa di Natale, diversamente dalla nostra tradizione cattolica.” Il racconto è giunto all’Agenzia Fides da Emanuele Ciccia, della Comunità Missionaria di Villaregia nella Prefettura Apostolica di Robe dove si stanno concludendo le festività natalizie.<br />“Nella triade delle festività della manifestazione del Verbo di Natale, Epifania e Battesimo, quest’ultimo mette senz’altro più in evidenza la divinità… mentre per noi cattolici - continua Emanuele - vi è un focus forte sulla carne di Cristo, quindi la povertà della mangiatoia, la semplicità della notte di Betlemme, l'umiltà della scena della Natività. Nello specifico, la notte di Natale il Prefetto Apostolico, padre Angelo Antolini, ofm Cap., ha presieduto la Santa Messa e ha aperto la Porta Santa della chiesa di Robe, cattedrale per analogia nella piccola e minoritaria Prefettura.”<br />“Abbiamo vissuto il Natale come direbbe Papa Francesco ‘toccando la carne di Cristo’. Sebbene il Natale fosse stato il 7 gennaio, nella settimana che comprende il 24 e 25 dicembre 2024, quando il mondo cattolico festeggiava la nascita di Gesù, noi eravamo nell’East Bale Zone a 7 - 8 ore di distanza da Robe impegnati insieme all'Ufficio della donna e del bambino di alcune province dell’East Bale Zone, per la sensibilizzazione contro le pratiche tradizionali nocive ai danni delle donne, tra queste la mutilazione genitale femminile e il matrimonio precoce.”<br />“Questa è per noi evangelizzazione! Quello che offende la dignità della persona umana è per noi spazio privilegiato dell’annuncio del Vangelo… e ci riguarda!”<br />“Questo è stato per noi il Natale – conclude il missionario - riconoscere il Signore Gesù e la sua carne nelle persone più vulnerabili… la comunità cattolica con l'azione di evangelizzazione deve lavorare e ribadire la dignità inviolabile dell'essere umano”.<br /> <br />Thu, 16 Jan 2025 08:44:10 +0100ASIA/SRI LANKA - Di fronte alla carenza di riso, "il governo adotti misure nell'interesse dei poveri", chiede un sacerdote di Colombohttps://fides.org./it/news/75911-ASIA_SRI_LANKA_Di_fronte_alla_carenza_di_riso_il_governo_adotti_misure_nell_interesse_dei_poveri_chiede_un_sacerdote_di_Colombohttps://fides.org./it/news/75911-ASIA_SRI_LANKA_Di_fronte_alla_carenza_di_riso_il_governo_adotti_misure_nell_interesse_dei_poveri_chiede_un_sacerdote_di_ColomboColombo - Di fronte alle difficoltà e alla crisi che colpisce anche l'alimento base per la popolazione, il riso, "l'importante è muoversi e cercare soluzioni non ideologiche, ma che siano esclusivamente nell'interesse e per il bene della popolazione, soprattutto dei più poveri e dei meno abbienti: questo è il compito del governo", nota all'Agenzia Fides p. Cyril Gamini Fernando, sacerdote di Colombo e direttore del settimanale cattolico in lingua singalese "Gnartha Pradeepaya" , commentando una questione che tiene banco nella nazione insulare, la carenza del riso.<br />"In alcune aree del paese, come il Sud, si rileva scarsità di 'riso rosso' sui mercati. Le ragioni sono varie: gli effetti della contrazione della produzione che già ha colpito il paese dal 2022; problemi alla catena di distribuzione, dai produttori fino ai commercianti; l'esistenza di meccanismi ai limiti della speculazione, perchè vi sono pochi grandi produttori che determinano poi il prezzo del prodotto al dettaglio; l'inflazione generalizzata che si registra nel paese", spiega il sacerdote. Ma il riso, nota, p. Fernando, non è "un prodotto come gli altri", è l'alimento base di ogni famiglia, e può essere paragonato al pane nelle nazioni occidentali. "Per questo è importante che il governo intervenga per con misure per calmierare i prezzi e assicurare la corretta distribuzione sui mercati", nota. <br />Nel dicembre scorso il governo dello Sri Lanka ha importato 70.000 tonnellate di riso dall'India per far fronte a una situazione che le autorità hanno definito "carenza artificiale", affermando di essere pronte a prendere provvedimenti contro i principali proprietari e commercianti di riso. Il nuovo presidente Anura Kumara Dissanayake, eletto nel settembre 2024, anche se nella campagna elettorale si era detto contrario alle importazioni di riso, insistendo sulla autosufficienza della nazione, ha accettato un programma di importazione, per rispondere alle esigenze sempre più pressanti della gente comune, soprattutto delle fasce più povere di popolazione.<br />A livello di quantitativi di produzione - notano gli analisti - il paese ha sulla carta l'autosufficienza nel riso, ma poi bisogna considerare fattori come le condizioni climatiche o misure politiche come è stato il divieto di usare pesticidi e fertilizzanti emesso nel 2021. Per questo "è sempre importante avere pronte soluzioni di emergenza", auspica Rajan Philps, editorialista del quotidiano "Colombo Telegraph", invitando l'attuale governo a "lavorare rapidamente per stabilire un database completo che riguardi l'industria della produzione e della macinazione del riso, nonché il sistema di distribuzione per il settore del riso a tutti i livelli". Va notato che la crisi economica e politica dello Sri Lanka del 2022 iniziò proprio per le gravi carenze alimentari che generarono enormi proteste e costrinsero l'allora presidente Gotabaya Rajapaksa a fuggire dal paese.<br />In una situazione sociale che vede ancora molte famiglie, in difficoltà economica, lottare per il sostentamento quotidiano, "la Chiesa cattolica dello Sri Lanka, per l'Anno Giubilare - riferisce p. Cyril Gamini Fernando - ha lanciato diverse iniziative e progetti di solidarietà e vicinanza ai più poveri. Il nostro sarà un Giubileo con i poveri", conclude. <br /> Wed, 15 Jan 2025 11:42:38 +0100VATICANO/UDIENZA GENERALE - Il Papa: Il mondo è pieno di bambini “vittime sacrificali” di abusi e sfruttamentohttps://fides.org./it/news/75910-VATICANO_UDIENZA_GENERALE_Il_Papa_Il_mondo_e_pieno_di_bambini_vittime_sacrificali_di_abusi_e_sfruttamentohttps://fides.org./it/news/75910-VATICANO_UDIENZA_GENERALE_Il_Papa_Il_mondo_e_pieno_di_bambini_vittime_sacrificali_di_abusi_e_sfruttamentoCittà del Vaticano - "L’abuso sui minori, di qualunque natura esso sia, è un atto spregevole e atroce. Non è semplicemente una piaga della società e un crimine; è una gravissima violazione dei comandamenti di Dio. Nessun minore dovrebbe subire abusi. Anche un solo caso è già troppo".<br /><br />Ha scelto parole forti, già pronunciate in altre occasioni Papa Francesco per denunciare l'atroce piaga dello sfruttamento dei bambini. Lo ha fatto completando il breve ciclo di catechesi sul tema "I più amati dal Padre", due meditazioni sui bambini nel contesto del Tempo di Natale iniziate la settimana scorsa durante l'Udienza generale, interrompendo la scia di riflessioni dedicate alle speranza che accompagneranno tutti gli appuntamenti del mercoledì fino al termine dell'Anno Santo. <br /><br />E se una settimana fa il Pontefice si era soffermato su quanto, nella sua opera, Gesù abbia più volte parlato dell’importanza di proteggere, accogliere e amare i più piccoli , oggi ha fatto notare come nella società odierna "centinaia di milioni di minori, pur non avendo l’età minima per sottostare agli obblighi dell’età adulta, sono costretti a lavorare", molti altri "sono schiavi della tratta per prostituzione o pornografia, e dei matrimoni forzati". "Questo è un po' amaro", ha aggiunto a braccio, rimarcando: "Nelle nostre società, purtroppo, sono molti i modi in cui i bambini subiscono abusi e maltrattamenti". <br /><br />Per il Vescovo di Roma, "occorre risvegliare le coscienze" e "praticare vicinanza e concreta solidarietà con i bambini e i ragazzi abusati", creando, alle stesso tempo, "sinergie" tra Enti "per offrire" a questi piccoli che hanno visto strapparsi via l'infanzia "opportunità e luoghi sicuri in cui crescere sereni".<br /><br />Scostandosi dal testo, il Papa ha raccontato di quanto avviene in America Latina, dove si coltiva quello che lui stesso ha definito "un frutto speciale, si chiama arandano". Si tratta di una bacca delicata e per essere raccolta "servono mani tenere. E quindi schiavizzano i bambini per la raccolta". <br /><br />Povertà diffuse, carenza di strumenti sociali di supporto alle famiglie, disoccupazione e precarietà del lavoro sono, le parole del Pontefice, "fattori che scaricano sui più piccoli il prezzo maggiore da pagare". E questo lo si vede maggiormente nelle metropoli, dove i bambini “mordono” "il divario sociale e il degrado morale, ci sono ragazzini impiegati nello spaccio di droga e nelle più disparate attività illecite". Questi ragazzini diventano "vittime sacrificali" e, a volte, "tragicamente essi sono indotti a farsi carnefici di altri coetanei, oltre che a danneggiare sé stessi, la propria dignità e umanità. E tuttavia, quando in strada, nel quartiere della parrocchia, queste vite smarrite si offrono al nostro sguardo, spesso guardiamo dall’altra parte".<br /><br />Ci costa riconoscere l’ingiustizia sociale che spinge due bambini, magari abitanti dello stesso rione o condominio, a imboccare strade e destini diametralmente opposti, perché uno dei due è nato in una famiglia svantaggiata. Una frattura umana e sociale inaccettabile: tra chi può sognare e chi deve soccombere.<br /><br />Papa Francesco ha voluto ricordare poi la vicenda del piccolo Loan, un bambino di 5 anni scomparso a giugno dello scorso anno nella provincia di Corrientes, in Argentina, e che si sospetta sia vittima di una rete di tratta di persone: "Questo bambino non si sa dov'è. Una delle ipotesi è che sia stato mandato chissà dove per gli organi, per fare trapianti. E questo purtroppo si fa. Alcuni tornano con una cicatrice, altri no. Per questo vorrei ricordare oggi Loan". <br /><br />Ma Gesù, ha sottolineato il Vescovo di Roma. "ci vuole tutti liberi e felici. Perciò ci chiede di fermarci e di prestare ascolto alla sofferenza di chi non ha voce, di chi non ha istruzione. Combattere lo sfruttamento, in particolare quello minorile, è la strada maestra per costruire un futuro migliore per tutta la società". Cosa fare? Il Papa ha suggerito alcune pratiche, ad esempio smettere di acquistare "prodotti che impiegano il lavoro dei bambini. Come posso mangiare e vestirmi sapendo che dietro quel cibo o quegli abiti ci sono bambini sfruttati, che lavorano invece di andare a scuola? La consapevolezza su quello che acquistiamo è un primo atto per non essere complici. Qualcuno dirà che, come singoli, non possiamo fare molto. È vero, ma ciascuno può essere una goccia che, insieme a tante altre gocce, può diventare un mare. Occorre però richiamare anche le istituzioni, comprese quelle ecclesiali, e le imprese alla loro responsabilità: possono fare la differenza spostando i loro investimenti verso compagnie che non usano e non permettono il lavoro minorile".<br /><br />Infine, l'appello a Stati e Organizzazioni Internazionali a "fare di più" e l'esortazione ai giornalisti "a fare la loro parte: possono contribuire a far conoscere il problema e aiutare a trovare soluzioni. Non abbiate paura, denunciate queste cose". <br /><br />Nel salutare i tanti pellegrini giunti nell'Aula Paolo VI, il pensiero del Pontefice è andato al Myanmar, dove "l'altro ieri una frana ha travolto abitazioni provocando vittime, dispersi e ingenti danni. Sono vicino alla popolazione colpita da questa sciagura a prego per quanti hanno perso la vita e i loro famigliari. Non manchi il sostegno e la solidarietà della comunità internazionale". <br /><br />Dunque, prima delle benedizione finale, l'appello per la pace: "Non dimentichiamo l'Ucraina, la Palestina, Israele e tutti i paesi che sono in guerra, la guerra una sconfitta. Preghiamo anche per la conversione del cuore dei fabbricanti delle armi, perché con il loro prodotto aiutano ad uccidere". <br />Wed, 15 Jan 2025 11:35:36 +0100AFRICA/CAMERUN - “La pressione fiscale strangola i cittadini” affermano i Vescovihttps://fides.org./it/news/75909-AFRICA_CAMERUN_La_pressione_fiscale_strangola_i_cittadini_affermano_i_Vescovihttps://fides.org./it/news/75909-AFRICA_CAMERUN_La_pressione_fiscale_strangola_i_cittadini_affermano_i_VescoviYaoundé – “La pressione fiscale sta strangolando il Paese” affermano i Vescovi del Camerun nel messaggio pubblicato al termine della loro Assemblea Plenaria, tenutasi a Buea, nel sud-ovest del Paese.<br />“Una delle cause del malessere dei camerunensi è senza dubbio la pressione fiscale, che aumenta di anno in anno, a discapito delle popolazioni più vulnerabili” sottolineano i Vescovi. “ Sembra che le tasse esistano solo per le cosiddette fasce vulnerabili della società, mentre i ricchi non ne sono affatto preoccupati. Ci chiediamo se un Paese si costruisce solo attraverso la tassazione”.<br />Secondo il Documento di programmazione economica e di bilancio a medio termine 2025-2027, la pressione fiscale in Camerun è destinata ad aumentare passando dal 13,6% del PIL nel 2024, al 14% previsto nel 2025, quindi al 14,2% e al 14,4%, rispettivamente per il 2026 e il 2027. <br />Il prelievo fiscale dovrebbe essere finalizzato a finanziare programmi a favore della collettività, ma come ricordano i Vescovi, la corruzione fa sì che i soldi dei contribuenti finiscono nelle mani di funzionari corrotti.<br />Ciò si traduce nella pochezza delle opere pubbliche effettivamente realizzata e dei servizi erogati alla popolazione. “Come si spiega che il 2024 si sia concluso con solo 446 km di strade asfaltate e 228 km di strade migliorate!” si chiedono i Vescovi. “Se il bilancio votato ogni anno per le infrastrutture stradali fosse utilizzato giudiziosamente per questo scopo, il Camerun avrebbe smesso da tempo di soffrire così tanto per il problema delle strade dissestate”. <br />Lo stesso vale per le ricchezze naturali del Paese: “È riconosciuto che il Camerun è uno scandalo di benedizione, per la ricchezza delle sue foreste e delle sue acque, del suo suolo, del suo sottosuolo, ecc. D'altro canto, stiamo assistendo al saccheggio organizzato del nostro patrimonio economico. Pensiamo in particolare alla vendita e all'alienazione delle concessioni minerarie e agricole, attraverso accordi firmati qua e là, in modo molto discutibile".<br />Il messaggio si conclude comunque con una nota di speranza: “L'attuale situazione socioeconomica del nostro Paese, per quanto drammatica, non deve lasciarci scoraggiare. Perché Dio è con noi. E poiché lui è con noi, nulla sarà contro di noi. Vi esortiamo ad avere fiducia in un futuro più felice e prospero per il nostro Paese, basato su istituzioni sociali, economiche e politiche adeguate. Per raggiungere questo obiettivo, facciamo appello alla nostra responsabilità individuale e collettiva". <br />Wed, 15 Jan 2025 11:29:20 +0100AFRICA/GHANA - I Vescovi chiedono al Presidente appena insediato di approvare la legge sui valori familiarihttps://fides.org./it/news/75908-AFRICA_GHANA_I_Vescovi_chiedono_al_Presidente_appena_insediato_di_approvare_la_legge_sui_valori_familiarihttps://fides.org./it/news/75908-AFRICA_GHANA_I_Vescovi_chiedono_al_Presidente_appena_insediato_di_approvare_la_legge_sui_valori_familiariAccra – “Ciò che vogliamo è che diventi legge" ha affermato Matthew Kwasi Gyamfi, Vescovo di Sunyani, Presidente della Conferenza Episcopale del Ghana, incontrando ieri, 14 gennaio, il Presidente John Dramani Mahama al quale ha chiesto l’approvazione dell’Human Sexual Rights and Family Values. Si tratta di una di legge, soprannominata “legge anti-LGBTQ+ “, volta a riaffermare nell’educazione scolastica i valori tradizionali familiari africani.<br />La legge è stata approvata dal Parlamento il 28 febbraio 2024 ed era in attesa della promulgazione dell’allora Presidente Nana Akufo-Addo per entrare in vigore. Quest’ultimo non l’ha promulgata perché era in attesa di due sentenze della Corte Suprema che dovevano stabilire se la legge sia in accordo con la Costituzione .<br />Il Presidente Mahama, che è entrato in carica il 7 gennaio di quest’anno, ha risposto alla sollecitazione del Presidente della Conferenza Episcopale affermando che “la convenzione è che tutti i progetti di legge che non sono approvati prima della scadenza della vita del Parlamento scadono. E quindi quel progetto di legge è effettivamente morto”. “Non so cosa intendano fare i promotori del progetto di legge, ma penso che dovremmo discuterne di nuovo in modo che tutti noi, se decidiamo di procedere con il progetto di legge, andiamo avanti con il consenso”.<br />Il Presidente ha poi aggiunto che a suo parere il nuovo disegno di legge dovrà essere un’iniziativa presentata dal governo ma ha pure sottolineato che se “insegniamo i nostri valori a scuola, non avremo bisogno di approvare una legge per farli rispettare”.<br />Nel corso dell’incontro con la delegazione della Conferenza Episcopale, il Presidente Mahama ha ringraziato la Chiesa cattolica per il suo contributo all'istruzione e alla salute e allo sviluppo morale ed educativo dei giovani. <br />Wed, 15 Jan 2025 10:51:51 +0100ASIA/MYANMAR - Cardinale Bo: "Cercare il Regno di Dio e la sua giustizia" nello Stato Kachin, lacerato dalla guerrahttps://fides.org./it/news/75907-ASIA_MYANMAR_Cardinale_Bo_Cercare_il_Regno_di_Dio_e_la_sua_giustizia_nello_Stato_Kachin_lacerato_dalla_guerrahttps://fides.org./it/news/75907-ASIA_MYANMAR_Cardinale_Bo_Cercare_il_Regno_di_Dio_e_la_sua_giustizia_nello_Stato_Kachin_lacerato_dalla_guerraMyitkyina - "Il motto del nuovo Vescovo di Myitkyina, 'Quaerite autem primum regnum et iustitiam eius' è un chiaro invito a tutti noi a immaginare nuovamente e ricostruire la nostra terra. È un promemoria che anche di fronte alle difficoltà del presente: il Regno di Dio può e deve essere reso presente qui e ora". Si riferiva al travagliato territorio dello Stato Kachin, nel Nord del Myanmar, il Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, che ha celebrato il 12 gennaio l'Eucaristia per l'ordinazione episcopale di Mons. John Mung La Sam, MF, nuovo Vescovo della diocesi di Myitkyina, capitale dello stato birmano al confine tra Myanmar e Cina dove vive la minoranza etnica Kachin. Si tratta di un popolo che rivendica autonomia da oltre 60 anni e ha organizzato un esercito, il "Kachin Independence Army". In quel territorio, la Chiesa cattolica è organizzata in due diocesi: la diocesi di Myitkyina e la diocesi di Banmaw .<br />Le celebrazione di ordinazione episcopale ha dato al Cardinale Bo l'occasione di offrire uno spaccato della situazione nello Stato, lacerato dal conflitto civile: "I Kachin - ha rilevato nell'omelia inviata all'Agenzia Fides - affrontano crisi che sono scoraggianti nella loro portata e complessità: in primis lo sfollamento e l'esodo in una terra dove intere comunità sono state sradicate dal conflitto. Le famiglie vivono nei campi, desiderando la stabilità di una casa. La stessa comunità cattolica è sfollata, in viaggio con il suo popolo, proprio come gli Israeliti nel deserto". Si nota, in tale quadro, "la disperazione dei giovani: molti giovani in Kachin non vedono alcuna speranza per il futuro. Con limitate opportunità di istruzione o lavoro, sono vulnerabili allo sfruttamento, alla dipendenza e alla disperazione", nota il Cardinale Bo.<br />Problema serio sono fenomeni come il traffico di droga e lo sfruttamento degli esseri umani: "Il male del traffico di droga getta un'ombra oscura sulla nostra terra, distruggendo vite ed erodendo comunità. È una guerra silenziosa che devasta i più vulnerabili tra noi", ha detto amareggiato l'Arcivescovo di Yangon. Tutti questi fenomeni, intrecciati tra loro, creano una crisi multidimensionale: "La povertà, l'instabilità sociale e le ferite di un conflitto prolungato rendono la sopravvivenza stessa una lotta quotidiana per molti. Questa crisi non richiede solo sollievo, ma un cambiamento sistemico radicato nella giustizia e nella dignità di ogni persona".<br />In questa condizione di sofferenza, ha ammonito, "la speranza è cercare insieme il Regno di Dio. Il Vangelo ci chiama a essere operai nella messe. I campi di Kachin sono davvero abbondanti e il lavoro è immenso". Poi, rivolgendosi ai giovani, il Cardinale Bo ha detto: "Lasciate che il viaggio del Vescovo vi ispiri a superare la disperazione. Cercate conoscenza e integrità e diventate costruttori di un Kachin giusto e pacifico". Le famiglie sfollate - ha continuato - possono "rafforzare le proprie e case come luoghi di preghiera e amore, dove la fede è nutrita e condivisa anche in mezzo alle difficoltà". "La intera Chiesa sia 'un santuario per gli sfollati', una voce per chi non ha voce e una fonte di guarigione e speranza per chi ha il cuore spezzato", ha auspicato.<br />Il Vescovo John Mung La Sam guiderà il popolo di Dio "in un viaggio sinodale, un viaggio che dobbiamo percorrere insieme. Come corpo di Cristo, siamo chiamati a unirci nella preghiera, nell'azione e nella solidarietà. Insieme, possiamo affrontare i mali del nostro tempo e costruire una terra che rifletta la giustizia e la pace del Regno di Dio". "Se cerchiamo prima il Regno di Dio e la Sua giustizia, con cuore pieno di speranza e mani pronte a lavorare, tutto è possibile", ha concluso il Cardinale Bo.<br /> Tue, 14 Jan 2025 13:43:09 +0100VATICANO - Monsignor Gosbert nominato Capo Ufficio nel Dicastero per l’Evangelizzazionehttps://fides.org./it/news/75906-VATICANO_Monsignor_Gosbert_nominato_Capo_Ufficio_nel_Dicastero_per_l_Evangelizzazionehttps://fides.org./it/news/75906-VATICANO_Monsignor_Gosbert_nominato_Capo_Ufficio_nel_Dicastero_per_l_EvangelizzazioneCittà del Vaticano - Il Santo Padre Francesco ha nominato Capo Ufficio nel Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari, il Reverendo Monsignor Gilbert Ndyamukama Gosbert, Officiale presso la medesima Istituzione curiale. <br />Mons. Gosbert, 47 anni, è nato in Tanzania, è stato ordinato sacerdote nel 2009 ed è officiale presso il Dicastero per l'Evangelizzazione, Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari, dal 2015. Ha compiuto i suoi studi a Roma presso la Pontificia Università Santa Croce, ottenendo il baccalaureato in teologia, il dottorato in teologia morale ed il diploma in Church Management.<br />Tra i ruoli ricoperti quello di vicario parrocchiale della St. Paul’s Parish nella Diocesi di Kayanga , di formatore e docente di teologia morale presso il Seminario Maggiore Nazionale St. Charles Lwanga Major Seminary nell’Arcidiocesi di Dar es Salaam e di amministratore parrocchiale della Parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo, a Borgo Pineto, nella Diocesi di Civita Castellana .<br /> Tue, 14 Jan 2025 13:17:03 +0100OCEANIA/NUOVA CALEDONIA - Rinuncia e nomina dell’Arcivescovo Metropolita di Nouméahttps://fides.org./it/news/75905-OCEANIA_NUOVA_CALEDONIA_Rinuncia_e_nomina_dell_Arcivescovo_Metropolita_di_Noumeahttps://fides.org./it/news/75905-OCEANIA_NUOVA_CALEDONIA_Rinuncia_e_nomina_dell_Arcivescovo_Metropolita_di_NoumeaCittà del Vaticano - Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Nouméa presentata da S.E. Mons. Michel-Marie-Bernard Calvet, S.M.<br />Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Nouméa , S.E. Mons. Susitino Sionepoe, S.M., finora Vescovo di Wallis et Futuna.<br /> Tue, 14 Jan 2025 13:12:26 +0100OCEANIA/ ISOLE MARSHALL - Rinuncia e nomina del Prefetto Apostolico delle Isole Marshallhttps://fides.org./it/news/75904-OCEANIA_ISOLE_MARSHALL_Rinuncia_e_nomina_del_Prefetto_Apostolico_delle_Isole_Marshallhttps://fides.org./it/news/75904-OCEANIA_ISOLE_MARSHALL_Rinuncia_e_nomina_del_Prefetto_Apostolico_delle_Isole_MarshallCittà del Vaticano - Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Prefettura Apostolica delle Isole Marshall , presentata dal Rev. P. Ariel A. Galido, M.S.C.<br />Il Santo Padre ha nominato Prefetto Apostolico della medesima Prefettura il Rev. P. Tamati Alefosio Sefo, M.S.C., finora Parroco della St. Peter Chanel a Samoa. <br />Il Rev. P. Tamati Alefosio Sefo, M.S.C., è nato il 28 aprile 1972 a Tafitoala Safata, Samoa. Dopo gli studi filosofici e teologici al Pacific Regional Seminary, Suva, Fiji, è stato ordinato sacerdote il 27 novembre 2004. Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Parroco ad interim della St. Andrew a Faleula, Samoa ; Parroco della St. Agnes a Samabula, Fiji ; Corso di formazione al Marymount Mercy Centre, NSW, Australia ; Formatore e poi Direttore della formazione della M.S.C. ; Chairman del Chevalier Youth Trust Board ; Superiore della M.S.C.-Pacific Union ; Superiore Provinciale M.S.C. delle Isole del Pacifico . Dal 2023 è Parroco della St. Peter Chanel a Samoa.<br /> Tue, 14 Jan 2025 12:56:48 +0100AFRICA/MOZAMBICO - Rimane alta la tensione alla vigilia dell’insediamento del nuovo Presidentehttps://fides.org./it/news/75903-AFRICA_MOZAMBICO_Rimane_alta_la_tensione_alla_vigilia_dell_insediamento_del_nuovo_Presidentehttps://fides.org./it/news/75903-AFRICA_MOZAMBICO_Rimane_alta_la_tensione_alla_vigilia_dell_insediamento_del_nuovo_PresidenteMaputo – Inaugurato oggi, 14 gennaio, il nuovo Parlamento mozambicano, uscito dalle elezioni generali del 9 ottobre . La cerimonia di apertura è stata però disertata dai partiti di opposizione che contestano i risultati della votazione.<br />La tensione rimane alta in attesa dell’insediamento domani, 15 gennaio, del Presidente Daniel Chapo, il candidato del partito al potere dal 1975, il FRELIMO la cui vittoria è stata confermata dal Consiglio Costituzionale il 23 dicembre. Il candidato di PODEMOS , Venancio Mondlane, arrivato secondo, aveva infatti presentato ricorso ma la sentenza del Consiglio Costituzionale gli ha dato torto, pur avendo ammesso l’esistenza di alcune frodi, che a suo giudizio però non hanno inficiato la validità del risultato. Il Consiglio ha quindi concesso a PODEMOS qualche deputato in più e ha rivisto la percentuale dei voti a favore di Mondlane, che è passata dal 20% al 25% .<br />Mondlane ha rigettato il verdetto del Consiglio, autoproclamandosi “Presidente” dopo che il 9 gennaio è ritornato in patria dall’esilio in Sudafrica e in alcuni Paesi europei. <br />I risultati controversi hanno scatenato un'ondata di violenza e proteste in tutto il Paese, provocando più di 300 morti, secondo diverse ONG, e migliaia di feriti. Il candidato di PODEMOS, si è detto disposto a morire per la causa, animato anche dalle sue forti convinzioni religiose . Per risolvere la crisi circola l’ipotesi di formare un governo di unità nazionale con la Presidenza al FRELIMO e il primo ministro che potrebbe essere Mondlane. <br />Tue, 14 Jan 2025 12:04:52 +0100