ASIA/CAMBOGIA - Il Prefetto Apostolico Figaredo: contro il traffico di esseri umani e i 'centri della truffa' serve cooperazione, non serve alzare muri al confine

martedì, 4 marzo 2025 politica   tratta esseri umani  

Foto di Sagar Rana su Unsplash

Poipet

Battambang (Agenzia Fides) - Il governo della Thailandia ha annunciato che intende valutare la fattibilità di costruire un muro lungo il confine con la Cambogia,  per impedire gli attraversamenti illegali. Secondo l'esecutivo di Bangkok, Il muro dovrebbe essere un strumento utile a colpire la rete del traffico di esseri umani che alimenta gli "scam center" in Thailandia, ovvero i "call center truffa" che hanno sede sia in Thailandia (ad esempio al confine con il Myanmar), ma anche in Cambogia, poco oltre il confine con la Thailandia.
Il governo thailandese intende intensificare la repressione delle organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di esseri umani, costretti alla schiavitù nei "centri truffa", con frodi finanziarie su vasta scala, ma anche nel traffico di droga e nel  contrabbando di merci. Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi anni centinaia di migliaia di persone, attratte da annunci di lavoro, sono state vittime di tratta da parte di queste bande criminali e tenute in schiavitù nelle "scam city".
"Il problema esiste ed è è serio. Il traffico di esseri umani è una piaga che bisogna affrontare con tutti gli strumenti a disposizione, e lo si fa anche con la collaborazione e il network della società civile", nota in un colloquio con l'Agenzia Fides  il gesuita p. Enrique Figaredo Alvargonzález, missionario spagnolo da 40 anni in terra cambogiana,  Prefetto Apostolico di Battambang,  la provincia al confine tra Cambogia e Thailandia. "Tuttavia - prosegue il Prefetto Apostolico - il progetto di una barriera  sembra piuttosto irrealistico , considerando la permeabilità del confine e le migliaia di lavoratori cambogiani, soprattutto giovani, che dalla provincia di Battambang sono migranti in Thailandia".
"Oggi abbiamo nella nostra provincia molti villaggi tristemente vuoti perchè i giovani emigrano in Thailandia per svolgere i lavori più umili, che i lavoratori thailandesi non vogliono  eseguire", racconta. "Ma un muro non è certo la soluzione giusta: tali questioni si affrontano con il dialogo e la cooperazione tra governi, a tutti i livelli, e anche con il proficuo contributo di Ong e associazioni", nota. "Ad esempio, la Caritas in Cambogia è impegnata nel soccorrere le vittime della tratta di esseri umani e si sforza di  sensibilizzare la popolazione, in pieno accordo con le autorità  civili", ricorda p. Figaredo.  
Proprio nei giorni scorsi, la polizia thailandese ha riaccolto 119 cittadini thailandesi rimpatriati dalla Cambogia dopo che, con un raid nella città di confine di Poipet, la polizia locale ha  liberato almeno 215 persone sequestrate e trattenute in stato schavitù in un edificio governato da un gruppo criminale che organizzava attività di truffa online.
Thailandia e Cambogia condividono un confine di 817 chilometri. Nell'autunno del 2024 le due nazioni confinanti hanno aperto un nuovo passaggio al confine  nella provincia di Sa Kaeo, chiamato "Thai-Cambodian Friendship Bridge",  proprio nei pressi della città di Poipet. Inoltre hanno esteso l'orario di passaggio e comunicazione alla frontiera di  Chong Sa-ngam (nella provincia di Si Sa Ket) per promuovere il commercio e il turismo tra le due nazioni, facilitando il trasporto transfrontaliero di merci e incrementando gli scambi di persone.
(PA) (Agenzia Fides 4/3/2025)


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