AFRICA/SUDAN - Il conflitto sudanese entra nel suo terzo anno

martedì, 15 aprile 2025 guerra  

Khartoum (Agenzia Fides) – Decine di migliaia di morti, 14 milioni di sfollati interni e più di tre milioni e mezzo di rifugiati nei Paesi limitrofi. È questo il bilancio di due anni di guerra civile in Sudan scoppiata il 15 aprile 2023 tra l’esercito regolare (Sudan Armed Forces) comandate dal generale Abdel Fattah al-Burhan, e i miliziani delle Forze di Supporto Rapido (Rapid Support Forces RSF) guidati da Mohamed Hamdan "Hemeti" Dagalo (vedi Fides 17/4/2023).
Mentre conflitto entra nel suo terzo anno non vi sono all’orizzonte segnali di pace. Anzi incombe lo spettro della carestia su milioni di sudanesi che hanno perso le loro fonti di reddito e rimangono intrappolati nei campi profughi, nei rifugi o nelle loro case, minacciati quotidianamente da bombardamenti e dagli scontri tra le fazioni. Le aree recentemente riconquiste da parte dell'esercito si trovano ancora ad affrontare numerose crisi. I saccheggi continuano a colpire le case dei cittadini, la maggior parte dei quali vive ancora in rifugi o in aree di sfollati e rifugiati, a causa della scarsità di servizi dopo la distruzione di tutti i centri di distribuzione di elettricità e acqua potabile durante la guerra. La tattica scelta dalle RSF è quella di bombardare con i propri droni centrali elettriche e stazioni telefoniche lasciando la maggior parte delle aree del Sudan nella totale oscurità e con le reti di comunicazione interrotte per gran parte della guerra degli ultimi due anni.
Se le SAF sono riuscite a riprendere il controllo di Khartoum dove vive circa un terzo della popolazione sudanese, la guerra dilaga nel Darfur, la roccaforte delle RSF. La situazione più drammatica è quella nell’area di El Fasher, il capoluogo del Nord Darfur, in mano alle truppe delle SAF, ma assediata dalle RSF da quasi un anno, con gli abitanti di fronte allo spettro della fame e della sete, per il taglio dei rifornimenti. Nei giorni scorsi le RSF hanno invaso il campo sfollati di Zamzam (a circa 12 km da El Fasher), dopo averlo bombardato per tre giorni consecutivi, provocando la morte di 500 sfollati (vedi Fides 14/4/2025).
In due anni di conflitto si stima che le perdite del prodotto nazionale lordo ammontino a circa 33 miliardi di dollari. Anche il settore industriale, che secondo il Ministero dell'Industria due mesi prima dell'inizio della guerra contribuiva al 17 percento del PIL sudanese, è crollato. Il ministero ha riferito che il 40 percento delle fabbriche in tutto il Paese, ovvero 2.655 su un totale di 6.660, hanno chiuso. (L.M.) (Agenzia Fides 15/4/2025)


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