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Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Mentre Papa Francesco è ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale, continua a confortare col suo magistero il Popolo di Dio. E lo fa facendo diffondere dai suoi collaboratori il testo integrale della meditazione che avrebbe dovuto pronunciare oggi durante la consueta Udienza generale del mercoledì.
Continuando il ciclo di meditazioni sulla vita di Gesù letta alla luce del Giubileo, il Pontefice, dopo aver parlato della nascita del Figlio di Dio, nella catechesi diffusa oggi si sofferma sulla visita del Magi, "persone che non appartengono al popolo dell’alleanza". Si tratta di "stranieri, che arrivano subito a rendere omaggio al Figlio di Dio entrato nella storia con una regalità del tutto inedita". Dopo i pastori i Magi. Dai Vangeli emerge "chiaramente che i poveri e gli stranieri sono invitati tra i primi a incontrare il Dio fatto bambino, il Salvatore del mondo".
Al di là di ogni possibile interpretazione, i Magi, si legge nel testo, "sono uomini che non restano fermi ma, come i grandi chiamati della storia biblica, sentono l’invito a muoversi, a mettersi in cammino. Sono uomini che sanno guardare oltre sé stessi, sanno guardare in alto".
Giunti a Gerusalemme, "la loro ingenuità e la loro fiducia nel chiedere informazioni circa il neonato re dei Giudei si scontra con la scaltrezza di Erode, il quale, agitato dalla paura di perdere il trono, subito cerca di vederci chiaro". In queste righe "il potere del regnante terreno" si "mostra in tutta la sua debolezza". E non solo quella del re.
Gli esperti che conoscono le Scritture riferiscono "il luogo dove, secondo la profezia di Michea, sarebbe nato il capo e pastore del popolo d’Israele : la piccola Betlemme e non la grande Gerusalemme! Infatti, come ricorda Paolo ai Corinzi, «quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti» (1Cor 1,27)". Gli scribi, "che sanno individuare esattamente il luogo di nascita del Messia, indicano la strada agli altri ma loro stessi non si muovono! Non basta, infatti, conoscere i testi profetici per sintonizzarsi con le frequenze divine, bisogna lasciarsi scavare dentro e permettere che la Parola di Dio ravvivi l’anelito alla ricerca, accenda il desiderio di vedere Dio".
Erode chiede ai sapienti giunti da lontano di avvisarlo quando il Bambino sarà trovato. Il re agisce però "come agiscono gli ingannatori e i violenti" perché "per chi è attaccato al potere, Gesù non è la speranza da accogliere, ma una minaccia da eliminare!". Ma una volta lasciata Gerusalemme, "la stella riappare e li conduce fino a Gesù, segno che il creato e la parola profetica rappresentano l’alfabeto con cui Dio parla e si lascia trovare. La vista della stella suscita in quegli uomini una gioia incontenibile, perché lo Spirito Santo, che muove il cuore di chiunque cerca Dio con sincerità, lo colma pure di gioia".
Giungono così al luogo dove era il Bambino e "si prostrano, adorano Gesù e gli offrono doni preziosi, degni di un re, degni di Dio". Il motivo di questo gesto Papa Francesco lo descrive citando Cromazio di Aquileia, che nel commentare il Vangelo di Matteo, a proposito dei Magi, scrive: vedono "un umile corpicino che il Verbo ha assunto; ma non è loro nascosta la gloria della divinità. Si vede un bimbo infante; ma essi adorano Dio".
"I Magi diventano così i primi credenti tra tutti i pagani, immagine della Chiesa adunata da ogni lingua e nazione. Mettiamoci anche noi alla scuola di questi pellegrini di speranza che, con grande coraggio, hanno rivolto i loro passi, i loro cuori e i loro beni verso Colui che è la speranza non solo d’Israele ma di tutte le genti. Impariamo ad adorare Dio nella sua piccolezza, nella sua regalità che non schiaccia ma rende liberi e capaci di servire con dignità", conclude il Pontefice. (F.B.) (Agenzia Fides 19/2/2025)