ASIA/BANGLADESH - Il Paese verso le elezioni; l'Arcivescovo di Dacca: l'importante è costruire una nazione democratica, laica, inclusiva

venerdì, 7 marzo 2025 diritti umani   minoranze religiose   pluralismo   politica   elezioni  

Dhaka (Agenzia Fides) – Mentre Muhammad Yunus, a capo dell'esecutivo ad interim che governa il Bangladesh, ha iniziato a parlare di "nuove elezioni" - non ancora fissate ma previste indicativamente per la fine del 2024 o l'inizio del 2025 - nel panorama politico nella nazione scossa dalle rivolte studentesche si registrano notevoli cambiamenti. Dagli studenti che hanno promosso la rivolta popolare che ha portato alla deposizione dell'ex Primo Ministro Sheikh Hasina, è nato il "National Citizens' Party" (NCP).
Come ha dichiarato il leader e fondatore Nahid Islam, 27 anni, il NCP interpreta il desiderio dei giovani che "vogliono avere voce in capitolo nello sviluppo di un nuovo Bangladesh democratico". Il primo obiettivo della nuova formazione politica sarà riscrivere la Costituzione, sostenendo che la versione attuale, redatta dopo l'indipendenza nel 1971 e modificata più volte, anche da Hasina. "Riteniamo che la nostra Costituzione sia diventata inefficace e che la gente abbia perso ogni fiducia in essa", ha spiegato, auspicando un’Assemblea costituente per riscriverla e per costruire "una Seconda Repubblica". "Vogliamo proporre una visione che abbracci un Islam tollerante, l'Induismo, il Buddismo, il Cristianesimo e le credenze indigene, in totale armonia tra le religioni", ha dichiarato il 27enne leader laureato in sociologia che, insieme con un gruppo di compagni dell'università di Dacca, la scorsa estate ha preso la guida del movimento studentesco ed è stato poi coinvolto nel governo ad interim di Yunus come Consigliere per le Poste, telecomunicazioni e tecnologie dell'Informazione. La visione del suo partito, ha chiarito, non è confessionale: "L'Islam è la religione maggioritaria in Bangladesh e noi siamo sensibili a questo, siamo sensibili a quei valori, ma non vogliamo creare nessun partito estremista o nessun partito pro-islamico. Questo è molto chiaro."
Sono temi che tengono banco oggi nella politica bangladese e che sono stati ribaditi in un recente incontro presso l’arcivescovado di Dhaka, in cui l’Arcivescovo di Dacca, Bejoy N. D’Cruze, OMI, presidente della Conferenza episcopale del Bangladesh, ha incontrato Mirza Fakhrul Islam Alamgir, Segretario generale del "Bangladesh Nationalist Party" (BNP) altro storico partito sulla scena politica.
L'Arcivescovo D'Cruze ha espresso l'auspicio che il BNP possa contribuire a "costruire una nazione laica, sviluppata e inclusiva in cui nessuno sia lasciato indietro", invitando anche a includere rappresentanti cristiani tra gli aderenti al partito. Mirza Fakhrul ha ribadito l'impegno del suo partito verso la laicità, facendo riferimento alla guerra di liberazione del Bangladesh contro il Pakistan del 1971 come fondamento per una società pluralistica. "Nel 1971 abbiamo combattuto per uno spirito non settario. Se saremo eletti, sosterremo quella visione, assicurando la pace per tutte le fedi e le comunità indigene", ha affermato, mentre iniziano i proclami in vista delle elezioni.

Il dialogo si è svolto nel contesto della fragile transizione politica del Bangladesh in seguito alla rivolta di luglio 2024, innescata dall’abolizione, imposta dalla Corte Suprema, di un controverso sistema di quote di posti di lavoro pubblici in vigore dal 2018. Il movimento, inizialmente guidato dagli studenti, si è trasformato in una protesta nazionale che le forze di sicurezza hanno brutalmente represso. La massiccia reazione popolare alla violenza delle forze dell'ordine è culminata con l'estromissione del primo ministro Sheikh Hasina e il suo esilio in India. Il governo ad interim, con a capo l premio Nobel Muhammad Yunus, guida ora il Paese verso le elezioni.
In tale scenario il neonato National Citizens Party (NCP), lanciato durante una manifestazione studentesca tenutasi il 28 febbraio a Dhaka, afferma nel suo manifesto di "mirare a una riforma sistemica" per "stabilire un nuovo ordine politico attraverso la partecipazione popolare". Il National Citizens Party si presenta come "una forza democratica, egualitaria e veramente rappresentativa per il popolo", volendo dare risposta a decenni di aspirazioni disattese, mirando a garantire la democrazia, la dignità umana e la giustizia sociale come pilastri dello Stato.
Il progetto si oppone al tentativo in atto, da parte dei partiti politici islamici, di trasformare il Bangladesh in uno stato islamico. In nome di questo obiettivo, vari partiti e organizzazioni islamiche stanno unendo le forze, e il partito "Jamaat-e-Islami" punta a un ruolo di leadership nel movimento.
In tal prospettiva, Maulana Azizul Haque Islamabadi, Segretario generale del movimento "Hefazat-e-Islam", ha dichiarato: "Se il popolo del Bangladesh lo desidera, qui verrà fondato uno stato islamico. I nostri sforzi sono diretti verso questo obiettivo. Dobbiamo lavorare insieme per conseguirlo".
(PA-FC) (Agenzia Fides 07/03/2025)


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