Khartoum (Agenzia Fides) - Si è conclusa senza una dichiarazione finale la conferenza di Londra organizzata a esattamente da due anni dallo scoppio della guerra civile sudanese il 15 aprile 2023 per cercare di mettere fine al conflitto.
La conferenza è stata convocata da Regno Unito, Unione Africana (UA), Unione Europea (UE), Francia e Germania ed ha visto la partecipazione dei ministri degli esteri e i rappresentanti di alto livello di Canada, Ciad, Egitto, Etiopia, Kenya, Arabia Saudita, Norvegia, Qatar, Sud Sudan, Svizzera, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Uganda e Stati Uniti d'America, insieme ai rappresentanti di alto livello della Lega degli Stati Arabi (LAS) e delle Nazioni Unite (ONU). Ma non erano presenti rappresentati dei due contendenti l’esercito sudanese SAF (Sudan Armed Forces) comandato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, e le Forze di Supporto Rapido (Rapid Support Forces RSF) guidate da Mohamed Hamdan "Hemeti" Dagalo. Gli organizzatori della conferenza hanno dichiarato che quest'anno i partecipanti si sono impegnati a versare oltre un miliardo di dollari per il Sudan e i suoi vicini. Questa cifra include 590 milioni di dollari dall'UE e dai suoi Stati membri e 158 milioni di dollari dal Regno Unito.
La dichiarazione finale che doveva vertere sulla formazione di un gruppo di contatto incaricato di mediare tra le parti, è saltata a causa, riferisce il quotidiano The Guardian, di divergenze tra Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi Uniti. I primi due appoggiano il generale al-Burhan, i terzi sono invece sospettati di parteggiare per Dagalo. Quest’ultimo in coincidenza con la conferenza di Londra, ha sempre ieri, 15 aprile, proclamato la formazione di un governo alternativo da quello guidato dal generale al-Burhan, definendolo un "Governo di Pace e Unità, il vero volto del Sudan".
Dagalo ha descritto l'amministrazione da lui presieduta come "un'alleanza tra il Fronte Rivoluzionario Sudanese, la società civile, le organizzazioni umanitarie e i movimenti giovanili".
Dagalo ha sottolineato che il governo delle RSF mira a unificare il Sudan, impegnandosi a fornire istruzione, assistenza sanitaria e servizi essenziali in tutto il Paese devastato dalla guerra, non solo nei territori controllati da loro controllati. (L.M.) (Agenzia Fides 16/4/2025)