Kinshasa (Agenzia Fides) – “Il ministro ha suggerito di riunire le confessioni religiose il 9 febbraio per pregare per le FARDC e organizzare una colletta a loro favore. La Chiesa cattolica non ha problemi a pregare, ma lo fa a modo suo” ha affermato ieri, 21 gennaio, Mons. Donatien Nshole, Segretario Generale della CENCO (Conferenza Episcopale Nazionale Congolese), dopo aver incontrato Constant Mutamba Tungunga, Ministro della Giustizia per discutere della preghiera interconfessionale a favore delle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC) e delle popolazioni dell’est del Paese. L'iniziativa, che mira a riunire diverse confessioni religiose in una preghiera comune per il ripristino della pace nell'est del Paese, una regione afflitta dalla violenza di centinaia di gruppi armati, è stata presa dal Ministro della Giustizia e Guardasigilli, Constant Mutamba. Con un comunicato stampa pubblicato il 20 gennaio, il Ministro ha reso noto di aver preso contatto con i vari capi delle confessioni religiose al fine di organizzare, il 9 febbraio, dei momenti di preghiera nel territorio nazionale e all'estero per la pace nell’est della RDC, nel corso dei quali verranno raccolte offerte a beneficio delle FARDC e dei Wazalendo, le milizie filogovernative che affiancano i soldati dell’esercito regolare.
Di fronte alla richiesta del Ministro, Mons. Nshole ha risposto che “è nostra missione come Chiesa quella di pregare, Siamo consapevoli che la situazione di sicurezza e umanitaria dell’est è catastrofica. Qualche anno prima che la situazione degenerasse ho potuto toccare con mano le condizioni dei nostri militari in quelle aree già allora difficili”.
Mons. Nshole ha proseguito affermando: “Dunque la Chiesa cattolica non ha problemi a pregare ma nelle sue modalità, ovvero la nostra fede ci chiede di andare più lontano: di pregare pure per i nostri nemici”.
“Ci chiedono di pregare per i nostri militari. Non abbiamo problemi a pregare per la pace perché i militari sono vittime della mancanza della pace nell’est del Paese. Ma non ci sono solo i militari: pensiamo ai tanti sfollati; alle famiglie che vivono nella foresta; alle vittime; ai bambini orfani. Tutti hanno bisogno della preghiera di pace. Quindi questa sarà un’occasione per intensificare la preghiera che già facciamo per la pace” ha sottolineato Mons. Nshole.
“Un’altra particolarità che riguarda la Chiesa cattolica è il Diritto Canonico che lo Stato congolese si è impegnato a rispettare nell’accordo quadro. Il Canone 1254 precisa che le offerte sono destinate al culto, ai ministri, all’apostolato e alle opere caritative. In questa prospettiva, sicuramente i militari e le loro famiglie hanno bisogno di un supporto caritativo, come tutti. È nel rispetto della nostra dottrina e della nostra fede che potremo rispondere a questa iniziativa”.
“Noi non preghiamo per vincere la guerra ma per ottenere la pace” ha concluso il Segretario Generale della CENCO. (L.M.) (Agenzia Fides 22/1/2025)
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