ASIA/MYANMAR - Un Domenicano: ora è il tempo della compassione, anche verso i nemici

martedì, 1 aprile 2025 disastri naturali   guerra civile   aiuti umanitari  

Archdiocese of Mandalay

Mandalay (Agenzia Fides) - "Condividiamo  le sofferenze e il dolore di tante persone e famiglie colpite, in questo periodo difficile e devastante. Il Signore guidi quanti ora lavorano ancora per  le persone ferite. Ora è il momento della compassione verso il popolo del Myanmar. Chiediamo a tutti di pregare e aiutare il Myanmar", dice all'Agenzia Fides Paul Win Aung Myint, OP domenicano birmano di Myitkyina,  che ha studiato e ha vissuto per anni nella diocesi di Mandalay.
"Il terremoto ha sconvolto Myanmar, soprattutto le aree di Mandalay e Sagaing, colpendo un Paese tormentato da guerra, violenza, inondazioni. E' un colpo atroce. Crediamo che il numero delle vittime aumenterà ancora. E, in molte aree dove non c'è il governo civile, la situazione è ancora più critica", dice
Il religioso racconta la devastazione delle città di Mandalay e  di Sagaing, "le due città più danneggiate, con il più alto numero di vittime". "Gli aiuti sono ancora in corso, la gente fa del suo meglio", riferisce. "Sagaing - riprende - è distrutta all'80%. La gente ha bisogno di acqua, cibo, medicinali. I volontari locali sono impegnati a far evacuare le persone o raggiungere persone ancora sotto le macerie, per cercare di salvare vite. Solo a Sagaing i morti sono già oltre  200 e migliaia i feriti. Molte chiese nelle due città sono danneggiate. La chiesa cattolica di Maria aiuto dei cristiani a Sagaing ha subito crolli notevoli ma fortunatamente non durante il culto".
Anche la chiesa di San Vincenzo de Paoli, il convento delle Suore di San Giuseppe dell'Apparizione e il centro pastorale dei Padri Domenicani nel municipio di Sintgain, nella diocesi di Mandalay, sono danneggiati. I religiosi Domenicani sono ancora sotto shock e, a causa delle scosse di assestamento, devono ancora restare all'aperto per sicurezza.
Padre Paul apprezza la mobilitazione internazionale: "Stanno arrivando soccorritori e aiuti da tanti Paesi del mondo. Vediamo che si è messa in moto una solidarietà internazionale, anche la Caritas ha attivato le donazioni. Vogliamo  ringraziare  tutti i Paesi, le comunità, le organizzazioni  e tutte le persone che stanno prestando attenzione e aiutando: le persone sofferenti in Myanmar esprimono  profonda  gratitudine. Preghiamo e affidiamo a Dio anche tutti i volontari che stanno offrendo soccorso con umanità e coraggio, perchè possano svolgere il loro lavoro e restino sani e salvi".
Padre Paul conclude con una riflessione di natura spirituale sulla solidarietà che si riscontra in queste ore in Myanmar, dove "si può riconoscere un germoglio di bene nella straziante situazione sul terreno": "Se bisogna salvare una vita, durante una emergenza, allora conta solo quella vita umana e nient'altro. Non esiste più un nemico. Sebbene le catastrofi naturali portino dolore e morte, in questi frangenti vediamo che l'odio, l'ostilità, lo sfruttamento dell'altro passano in secondo piano. Ora c'è da salvare vite umane. Lo vediamo tra i volontari che si sono offerti nei soccorsi. Non ci sono fazioni nè nemici, non si fa politica, nè guerra".
(PA) (Agenzia Fides 1/4/2025)


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