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Città del Vaticano (Agenzia Fides) - "Il Cristo risorto è la svolta definitiva della storia umana. Lui è il futuro della storia. E questa speranza della Pasqua, questa 'svolta nelle tenebre', dobbiamo annunciarla a tutti". Tra canti ed inni antichi, in una San Pietro gremita di fedeli e adornata con centinaia di fiori colorati, si celebra la solenne Veglia Pasquale. Nella basilica vaticana brilla la luce del cero pasquale, mentre all'esterno i rintocchi a festa del campanone annunciano a tutta l'Urbe la risurrezione di Cristo.
Il Pontefice, ancora in convalescenza, è assente. A presiedere la celebrazione, su mandato del Papa, il cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. Il Vescovo di Roma, tuttavia, prima della liturgia, come precisato dalla Sala Stampa vaticana, "si è recato nella basilica di San Pietro per un tempo di preghiera" in privato, davanti la tomba del Principe degli Apostoli e alla Pietà, "per essere vicino ai fedeli" che avrebbero celebrato la Veglia nella Notte Santa di Pasqua.
La presenza del Papa si sente anche durante la celebrazione. Come accaduto anche per gli altri riti della Settimana Santa, infatti, il Cardinale che presiede l'assemblea legge l'omelia preparata dal Pontefice. Un'omelia, quella letta stasera, che ha come filo conduttore la luce radiosa della Pasqua. La risurrezione di Cristo, infatti, sottolinea il Vescovo di Roma, avviene "sul finire della notte", "la Pasqua del Signore accade quando il sole sta ancora per spuntare. Tutto succede nella notte".
La Veglia Pasquale, dunque, fa notare il Papa, "ci ricorda che la luce della Risurrezione irrompe nelle tenebre della storia senza clamore, rifulge nel nostro cuore in modo discreto. E ad essa corrisponde una fede umile, priva di ogni trionfalismo. La Pasqua del Signore non è un evento spettacolare con cui Dio afferma sé stesso e obbliga a credere in Lui. Al contrario, la Risurrezione è simile a piccoli germogli di luce che si fanno strada a poco a poco, senza fare rumore, talvolta ancora minacciati dalla notte e dall’incredulità".
Questo “stile” di Dio, continua il Pontefice, "ci libera da una religiosità astratta, illusa dal pensare che la risurrezione del Signore risolva tutto in maniera magica. Tutt’altro". Ma se "Cristo ha vinto il peccato e ha distrutto la morte", sottolinea Papa Francesco, "nella nostra storia terrena, la potenza della sua Risurrezione si sta ancora compiendo. E questo compimento, come un piccolo germoglio di luce, è affidato a noi, perché lo custodiamo e lo facciamo crescere".
Nell'anno del Giubileo, continua il Vescovo di Roma, "questa è la chiamata che dobbiamo sentire forte dentro di noi: facciamo germogliare la speranza della Pasqua nella nostra vita e nel mondo! Quando sentiamo ancora il peso della morte dentro il nostro cuore, quando vediamo le ombre del male continuare la loro marcia rumorosa sul mondo, quando sentiamo bruciare nella nostra carne e nella nostra società le ferite dell’egoismo o della violenza, non perdiamoci d’animo, ritorniamo all’annuncio di questa notte".
Con la Pasqua "abbiamo infatti la certezza che la nostra storia personale e il cammino dell’umanità, pur immersi ancora in una notte dove le luci appaiono fioche, sono nelle mani di Dio; e Lui, nel suo grande amore, non ci lascerà vacillare e non permetterà che il male abbia l’ultima parola".
E se "questa speranza" è "già compiuta in Cristo", per noi, rimarca il Papa, "rimane una mèta da raggiungere". A tal proposito cita Sant'Agostino d'Ippona che nei suoi discorsi invitava i fedeli a riprodurre nella vita quotidiana il mistero della Pasqua (cfr. Discorso 231, 2). Ma come fare? "Con le nostre parole, con i nostri piccoli gesti quotidiani, con le nostre scelte ispirate al Vangelo. Tutta la nostra vita può essere presenza di speranza" per coloro a cui "manca la fede nel Signore", per chi "ha smarrito la strada" o per quelli che "si sono arresi o hanno la schiena curva sotto i pesi della vita". Ma anche "per chi è solo o si è chiuso nel proprio dolore", così come "per tutti i poveri e gli oppressi della Terra", "per le donne umiliate e uccise, per i bambini mai nati e per quelli maltrattati, per le vittime della guerra. A ciascuno e a tutti portiamo la speranza della Pasqua!". (F.B.) (Agenzia Fides 19/4/2025)
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