RUSSIA - “Il bene possibile qui e ora”. Il gesuita Stephan Lipke consacrato vescovo a Novosibirsk

lunedì, 3 febbraio 2025 chiese locali   vescovi   gesuiti   missione   ecumenismo  

di Chiara Dommarco

Novosibirsk (Agenzia Fides) − Domenica 2 febbraio padre Stephan Lipke, gesuita tedesco, è stato consacrato Vescovo nella cattedrale della Trasfigurazione di Novosibirsk. Il 12 settembre 2024 Papa Francesco aveva nominato il gesuita Lipke Vescovo ausiliare della diocesi della Trasfigurazione di Novosibirsk, assegnandogli la Sede titolare di Arena. La diocesi della Trasfigurazione è retta dal vescovo Joseph Werth, in carica dal 1991, quando furono ricreate le strutture della Chiesa cattolica in Russia, con l’erezione dell’Amministrazione apostolica per la Russia europea e quella per la Russia asiatica.
La vocazione missionaria di padre Stephan si legò alla terra russa circa 17 anni fa. Venuto a sapere dell’omicidio a Mosca di due sacerdoti gesuiti (padre Otto Messmer e di padre Victor Betancourt), avvenuto per mano di un malato psichiatrico nell’ottobre 2008, padre Stephan chiese ai suoi superiori di poter essere inviato in missione in Russia: gli risposero di sì, ma che avrebbe dovuto attendere tre anni e imparare prima la lingua. Così, nel settembre 2011, padre Stephan arrivò in Siberia per la prima volta, dove svolse il proprio servizio pastorale prima a Novosibirsk e poi a Tomsk, conseguendo contemporaneamente il grado di dottore (kandidat nauk) in filologia presso l’Università Statale di Tomsk. Proprio a Tomsk la Compagnia di Gesù gestisce un ginnasio fondato nel 1993 dai cattolici locali, tutt’ora tra le scuole migliori della regione. Dalla Siberia, padre Stephan fu trasferito a Mosca, dove dal 2018 è stato rettore dell’Istituto San Tommaso e dal 2020 segretario della Conferenza dei Vescovi cattolici della Russia.
Nella capitale russa padre Lipke è stato una figura di riferimento importante per tanti cattolici e amico sincero di molti ortodossi e protestanti. Riguardo al legame attuale tra cattolicesimo e Ortodossia russa, il gesuita, in un’intervista rilasciata all’Agenzia Fides in occasione della sua consacrazione episcopale, sottolinea quanto sia “importante dialogare sempre, quando e dove vediamo che ci unisce il desiderio di vivere secondo il Vangelo”.
Oltre all’attività culturale condotta presso l’Istituto San Tommaso e all’insegnamento in diverse università russe, alla cura pastorale di padre Stephan sono state affidate negli anni moscoviti le comunità cattoliche anglofone, costituite in gran parte da lavoratrici immigrate filippine e studenti provenienti da diversi Paesi africani. Dal 20 gennaio 2025 padre Stephan è tornato a Novosibirsk, dove ora inizia la sua nuova missione di Vescovo ausiliare.
Il motto episcopale da lui scelto è “Obsecramus pro Christi” (2 Cor 5, 20): “Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo”. “Un appello urgente alla riconciliazione”, ha spiegato il gesuita, in riferimento al contenuto della Seconda Lettera ai Corinzi, da cui la citazione è tratta.
I cattolici presenti nella diocesi della Trasfigurazione, che si estende su un territorio di 2 milioni di km2, sono circa 500mila, ovvero quasi il 2% del totale della popolazione residente. Essa, assieme alla diocesi di San Clemente a Saratov e a quella di San Giuseppe a Irkutsk, è diocesi suffraganea dell’Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca: tutte e quattro costituiscono la provincia ecclesiastica della Chiesa cattolica in Russia. Un territorio vastissimo, su cui sono disseminate comunità di battezzati cattolici per lo più piccole o piccolissime.
“C’è un grande bisogno che i cattolici siano uniti nonostante le distanze e che, allo stesso tempo, si prendano cura degli altri, ad esempio dei poveri, senza domandarsi da quale ambiente provengono”, dichiara il nuovo vescovo. Inoltre, il gesuita sottolinea come il valore delle attività educative e caritatevoli della Chiesa cattolica nella diocesi della Trasfigurazione sia rilevante per tutta la società civile russa: “Si pensi, ad esempio, all’instancabile assistenza della Caritas per i bambini dell’Asia centrale; o all’assistenza delle Suore di Madre Teresa agli alcolisti. O anche alle scuole nate a Novosibirsk e a Tomsk. Non sono solo i cattolici ad aspettarsi qualcosa di buono da queste associazioni ed istituzioni”.
Degli anni vissuti a Mosca, padre Stephan porterà con sé a Novosibirsk “un amore particolare per i migranti e gli stranieri, soprattutto per i tanti studenti africani che si trovano in ogni città universitaria”. Alla domanda su quale tratto della propria formazione nel carisma di Sant’Ignazio di Loyola lo accompagnerà come Vescovo in Siberia, padre Stephan risponde: “L’insegnamento di fare il bene che è possibile fare qui e ora, indipendentemente dalle circostanze in cui ci si trova”. (Agenzia Fides 3/2/2025)


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