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Manila (Agenzia Fides) - Lo stato di "emergenza alimentare" dichiarato dal governo filippino per contrastare la "crisi del riso" - a causa di un picco straordinario nei prezzi dell'alimento base del Paese - "è una questione economica ma ha anche dei risvolti politici: siamo in campagna elettorale, verso le elezioni di medio termine previste a maggio, e la questione del riso è destinata ad influenzare questo tempo. Sarà utilizzata dai politici per capitalizzare il consenso, da una parte e dall'altra, pro o contro il presidente Marcos", rileva in un colloquio con l'Agenzia Fides il Gesuita Antonio Ledesma, Arcivescovo emerito di Cagayan de oro, sull'isola di Mindanao.
"A Mindanao per ora - nota il Gesuita - si avverte del malcontento ma la gente riesce ancora a comprare il riso al mercato. Certo, è una questione essenziale e siamo in un equilibrio precario ", nota "Vi sono da considerare gli agricoltori che hanno un basso ricavo per la coltivazione e vendita del riso. La loro situazione si incrocia con la questione dell'importazione, dato che nelle Filippine il fabbisogno nazionale non si riesce a colmare con la produzione locale. E' una questione aperta e antica, quella di rendere il paese autosufficiente per il fabbisogno di riso e di trovare le misure per ottenere questo risultato. Sono tutti temi che toccano il bene comune, ma entrano ora nella campagna elettorale e rischiano di essere strumentalizzati", spiega.
La dichiarazione sullo stato di emergenza alimentare è stata firmata il 4 febbraio e consente di liberare le scorte di riso detenute dalla "National Food Authority" (NFA) per stabilizzare i prezzi "e per garantire che il riso, un alimento base per milioni di filippini, rimanga accessibile ai consumatori", ha affermato il ministro per l'Agricoltura Francisco Tiu Laurel Jr. Si prevede un rilascio di 300mila tonnellate di riso, circa 30mila al mese, per un periodo di dieci mesi, con l'obiettivo di stabilizzare il mercato su prezzi calmierati.
La NFA inizierà a vendere le sue scorte di riso in mercati selezionati a società controllate dal governo al prezzo di 36 pesos /kg, mentre attualmente il riso si vende tra 50 e i 60 pesos per chilo. Questo, si spiega, aiuterà sia i consumatori sia gli agricoltori locali, poiché renderà disponibile riso a un costo più basso. Lo stato di emergenza per la sicurezza alimentare resterà in vigore fino alla sua revoca da parte del Ministero. Il ministro Laurel ha affermato che i prezzi dell'alimento sono rimasti elevati nonostante il calo dei prezzi globali del riso e la riduzione delle tariffe sul riso importato, avvenuta nel luglio 2024. Secondo la Philippine Statistics Authority (PSA), l'inflazione del riso ha raggiunto il 4,2% alla fine del 2024, in una tendenza di costante aumento da mesi.
In tale situazione si sono fatti avanti programmi assistenziali per la vendita di riso più economico in centri e punti vendita nell'ambito del programma "Rice for All", per aiutare i filippini delle fasce meno abbienti. Nelle comunità cattoliche, per sostenere la nutrizione dei più poveri è attivo il programma "Pondo ng Pinoy", un movimento anti-povertà nato nella diocesi di Manila nel 2004 e che ora è diffuso in 30 diocesi. Il meccanismo del movimento procede con la formula del "poco di molti", invitando un numero più alto possibile di persone a risparmiare e donare 25 centesimi - una piccola somma - ogni giorno come gesto di amore e condivisione verso i bisognosi.
(PA) (7/2/2025)