ASIA/FILIPPINE - Arrestato Rodrigo Duterte, mentre il Paese si prepara al voto di medio termine

martedì, 11 marzo 2025 giustizia   politica  

Ceslou - Wikimedia Commons

Manila (Agenzia Fides) - In esecuzione di un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi), la polizia filippina ha arrestato oggi, 11 marzo, l'ex presidente Rodrigo Duterte, 79 anni, all'aeroporto di Manila subito dopo il suo arrivo da Hong Kong. Duterte dovrà rispondere dell'accusa di "crimine di omicidio contro l'umanità" presso la Cpi per la campagna di "guerra alla droga" lanciata nel tempo del suo governo, che ha causato l'uccisione dei migliaia di spacciatori e tossicodipendenti.
L'ordine di arresto della CPI è il risultato di un'indagine durata anni e condotta dall'ufficio del procuratore della Corte penale internazionale sulla campagna promossa  da Duterte durante il suo mandato presidenziale (2016-2022) e, prima ancora, quando era sindaco della città di Davao (tra il 1998 e il 2016), sull'isola di Mindanao, nel Sud delle Filippine. Durante le audizioni davanti al Senato e alla Camera dei rappresentanti a ottobre e novembre del 2024, Duterte aveva apertamente difeso la "guerra alla droga" sotto la sua amministrazione, affermando che il suo scopo era proteggere i giovani.  Duterte ha ammesso di aver formato  "squadroni della morte" (espressione usata da lui) per controllare la criminalità legata al narcotraffico, attiva  durante il periodo in cui era sindaco di Davao e poi presidente. A quel tempo il governo filippino ha riconosciuto almeno 6.600 uccisioni da parte della polizia ma gli i omicidi commessi da "gruppi di vigilantes" sono, secondo le Ong, oltre 20mila.  Nel 2019, le Filippine, proprio sotto la presidenza di Duterte, hanno lasciato la Cpi, ma il tribunale con sede a L’Aia,  ha affermato di mantenere la giurisdizione sugli omicidi avvenuti prima del ritiro dalla ratifica.  
Tra i gruppi della società civile filippina che hanno presentato denuncia alla Corte penale  vi è la rete cattolica filippina "Rise Up" che unisce famiglie delle vittime, religiosi, sacerdoti, laici, avvocati, comunità e movimenti ecclesiali impegnati a promuovere la dignità umana, la giustizia e il bene comune. Oggi il governo guidato dal presidente Ferdinand Marcos jr ha detto che non bloccherà  le indagini e gli interrogatori  della Cpi nell'ambito dell'inchiesta sulla guerra alla droga di Duterte.
Nella comunità cattolica filippina si rimarca "la necessità di accertare  le responsabilità, per far sì che le vittime e le loro famiglie abbiamo giustizia e inviare a tutti il  messaggio che nessuno è al di sopra della legge", osserva Daniel Pilario CM, missionario Vincenziano, Presidente della  Adamson University a Manila, direttamente impiegato per la ripresa psicologica e la  promozione sociale delle famiglie delle vittime di quella stagione di violenza. "Le famiglie delle vittime meritano verità, riparazioni e giustizia. Dobbiamo garantire che tali crimini non accadano mai più", ha affermato.
D'altro canto "l'arresto di Duterte non significa che sia colpevole, ma che i crimini contestati all'ex leader devono essere indagati", rimarca  Antonio Ledesma SJ, Arcivescovo emerito di Cagayan de Oro, sull'isola di Mindanao. Lì, racconta, è forte il sostegno a Duterte e alla sua famiglia: la gente è scesa in strada a Cagayan de Oro come a Davao, per mostrare solidarietà all'ex presidente arrestato.
Il provvedimento, nota l'Arcivescovo - che ora è presidente della Fondazione per lo sviluppo "Birhen sa Kota" (Nostra Signora delle Mura) - si inserisce anche nel quadro della lotta politica  in atto tra il presidente Ferdinand Marcos jr e la sua vicepresidente, Sara Duterte, figlia di Rodrigo: le due dinastie politiche si erano alleate in vista delle elezioni presidenziali del 2022, ora sono in aperto contrasto, proprio mentre il paese si avvicina al voto di medio termine, in cui si eleggerà il Congresso, parte del Senato e le amministrazioni regionali e municipali. "Questo arresto entra in pieno nella campagna elettorale e sarà materia di scontro tra fazioni opposte", nota l'Arcivescovo Ledesma . "Non si può tralasciare il valore politico , non solo giuridico, di tale atto, che il governo Marcos ha autorizzato".
(PA) (Agenzia Fides 11/3/2024)


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