Roma (Agenzia Fides) - "Sorelle e fratelli, vi mando questi pensieri ancora dall’ospedale, dove come sapete mi trovo da diversi giorni, accompagnato dai medici e dagli operatori sanitari, che ringrazio per l’attenzione con cui si prendono cura di me. Avverto nel cuore la 'benedizione' che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore; allo stesso tempo, ringrazio Dio perché mi dà l’opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti".
Questo il messaggio che Papa Francesco fa giungere dal Policlinico Gemelli di Roma, contenuto nel testo scritto in occasione dell’Angelus della domenica, per la terza volta consecutiva diffuso senza essere stato pronunciato dal Pontefice, ricoverato dal 14 febbraio presso l’Ospedale romano per la polmonite bilaterale che lo ha colpito. Commentando il Vangelo odierno, dove si legge del celebre passo della trave e della pagliuzza negli occhi (cfr. Lc 6,39-45), il Pontefice fa notare che Gesù "ci chiede di allenare gli occhi a osservare bene il mondo e giudicare con carità il prossimo. Solo con questo sguardo di cura, non di condanna, la correzione fraterna può essere una virtù. Perché se non è fraterna, non è una correzione!".
Il Vescovo di Roma, che in mattinata - come riferito dal direttore della Sala Stampa vaticana - ha ricevuto la visita del Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, e del Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, l'arcivescovo Edgar Pena Parra, ringrazia poi "i tanti fedeli" che "da molte parti del mondo" gli stanno dimostrando affetto: "Vorrei ringraziarvi per le preghiere, che si elevano al Signore dal cuore: sento tutta la vostra vicinanza e, in questo momento particolare, mi sento come 'portato' e sostenuto da tutto il Popolo di Dio. Grazie a tutti!"
"Anch’io prego per voi. E prego soprattutto per la pace. Da qui la guerra appare ancora più assurda. Preghiamo per la martoriata Ucraina, per Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Kivu", conclude il Papa rilanciando l'appello per la pace nel mando. (F.B.) (Agenzia Fides 2/3/2025)